Non credo ci sia bisogno di sottolineare come
Jim Peterik sia ancora oggi uno dei luminari della scena melodica mondiale e quanto la sua penna sia tuttora una delle più ispirate ed emozionanti nel settore dei favolosi suoni
adulti.
Una fama conquistata sul campo in ogni circostanza della sua lunga parabola artistica e che oggi si mette alla prova (della serie “
gli esami non finiscono mai” …) dedicando la nuova fatica discografica della sua
all-star band World Stage all’universo femminile, coinvolgendo nel progetto una pletora di cantanti e musiciste capaci di meritare l’ammirazione del nostro.
Scrivere canzoni che riflettano la prospettiva femminile più di quella maschile, diventa così la nuova “sfida” di una carriera inattaccabile, e diciamo subito che il risultato finale può dirsi assolutamente lodevole, anche se francamente è difficile stabilire quanto lo stile compositivo di
Peterik, del tutto riconoscibile, si sia adattato alle
rockeuses coinvolte o se invece siano state abili queste ultime a inserirsi con talento e qualità in un canovaccio espressivo a loro comunque perlopiù piuttosto familiare.
Una faccenda tuttavia abbastanza trascurabile quando poi “
Tigress - Women who rock the world” si rivela alla prova dei fatti un ascolto davvero godibile, da cui emergono interpretazioni ed esecuzioni sempre precise e di estremo gusto, tra veterane e figure emergenti del
rockrama internazionale.
Le voci, spesso di vaga derivazione Heart-
esca (sarebbe stato bello vedere qui all’opera anche le sorelle
Wilson …), svolgono con consapevolezza e intensità il loro compito, e se la brillante
performance di
Janet Gardner (Vixen) nello
slow “
Lazarus heart” è una garanzia, quelle di
Chez Kane (in “
A cappella”),
Rosa Laricchiuta (cantante di Black Rose Maze e Trans-Siberian Orchestra, impegnata nella contagiosa “
Against the grain”) e
Cathy Richardson (Jefferson Starship … perfetta tanto nella Survivor-
iana “
Living for the moment” quanto nella grinta
blues di “
Full moon crazy”, nella pulsante “
Sin to believe a lie” e, in duetto con
Kimi Hayes, nella
Bonnie Tyler-iana “
The best in us”) confermano il loro ruolo di consolidate “promesse” della fonazione modulata amazzone.
A meravigliare in positivo arrivano poi anche le prove di
Kate French (ottima sia nell’esotica epicità dell’
opener “
Tigress” e sia nella melodrammatica “
Strong against the wind”),
Leslie Hunt (concorrente di “
America’s got talent” e
vocalist dei District 97 … ascoltatela in “
Taller” e nella
poppettosa “
Brave is beautiful”),
Chloe Lowery (attuale
frontwoman dei Big Brother and The Holding Company … una bella “responsabilità”, che potrete valutare in “
Prom night in pontiac” e quando si “traveste” da
Chrissie Hynde in “
Music in the aire”),
Marine Lacoste (alquanto a suo agio nel gestire l’umore
sudista di “
Stronger at the broken places”) e
Lindsay Kent (“
Dear life”), piacevolissime “sorprese” per tutti quelli che ritengono l’efficacia di una “bella voce” un concetto indipendente dal sesso di appartenenza.
Segnalando doverosamente il contributo di
Jennifer Batten (nonché il
cameo di
Joel Hoekstra …), concludo prendendo in prestito il pensiero di
M. K. Gandhi (in realtà
ehm, prelevato, lo ammetto, dal vecchio calendario di una statuaria
Anna Falchi …): "…
non è forse una calunnia parlare di sesso debole?" … ascoltate “
Tigress - Women who rock the world” e non potrete che essere d’accordo con lui.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?