Vengono da Helsinki i
Rebellix, e più che una vera e propria band possiamo considerarli il progetto di
Sammy Dee, cantante, chitarrista e principale compositore. Nascono nel 2013, e da allora ad oggi hanno pubblicato soltanto due EP, “
Final decay”, nel 2018, e questo “
Serpent’s kiss”, nel 2021, di cui ci stiamo occupando.
La loro proposta, teoricamente, andrebbe a muoversi lungo i solchi del thrash metal. Dico teoricamente perché, in realtà, le influenze sono diverse, da un certo metal più tipicamente eighties, a sprazzi quasi power, riscontrabili soprattutto grazie ad un uso elevato di melodie, specie durante gli assoli ed i cori.
Ed è proprio questo il problema principale dei
Rebellix, e quindi di
Sammy Dee in particolare. Se da un lato appare evidente che ci troviamo davanti ad un vulcano di idee, molte delle quali veramente valide ed interessanti, dall’altro viene fuori pericolosamente una certa incertezza stilistica, che se usata in maniera intelligente può arricchire il sound di una band, ma nel caso specifico crea solo confusione durante l’ascolto.
La titletrack, posta in apertura, è un solido brano thrash metal in vecchio stile Metallica, che nel ritornello cita spudoratamente un famosissimo brano dei Death SS (sta a voi scoprire quale!), e mi aveva fatto ben sperare sulla genuinità della proposta dei nostri, grazie soprattutto all’ottimo lavoro svolto dalle chitarre. “
Fuck you” indurisce i riff, e fa venir fuori una vena quasi HC nella strofa e nel ritornello, una buona intuizione tirata però troppo per le lunghe e in maniera abbastanza puerile. “
Play the game” continua un po’ sulla falsariga delle precedenti, salvo un coro centrale molto melodico ed un ritmo decisamente più moderato, mentre “
Hail to the sky”, posta in chiusura di EP, confonde ulteriormente le idee, forse perché la band ha fatto il passo più lungo della gamba proponendo un brano di sette minuti che non è nelle loro capacità. Il riff portante è quasi power, la melodia vocale risulta più banale rispetto a quanto ascoltato prima, e i due cori centrali fanno venire alla mente, di nuovo, più una power metal band tedesca che una thrash metal band californiana! Per non parlare del pianoforte posto in chiusura!
Insomma, non è un prodotto imprescindibile questo “
Serpent’s kiss”. I
Rebellix hanno talento, questo è innegabile, ma sono ancora molto immaturi. Diciamo che le basi dalle quali partire ci sono eccome, ma vanno affinate le idee e soprattutto va chiarita qual è la strada che vogliono percorrere, altrimenti si rischia un guazzabuglio senza senso…
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