Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2022
Durata:43 min.
Etichetta:Peaceville Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MUTILATED CORPSE
  2. MILENA
  3. SLOW DEATH
  4. AGONIZED TO SUICIDE
  5. NIGHTMARE
  6. SATANS
  7. LIKFERD (MAYHEM COVER)
  8. INTRO (DEMO 1989)
  9. MUTILATED CORPSE (DEMO 1989)
  10. MILENA (DEMO 1989)
  11. SLOW DEATH (DEMO 1989)
  12. AGONIZED TO SUICIDE (DEMO 1989)
  13. NIGHTMARE (DEMO 1989)

Line up

  • Steinar Sverd Johnsen: guitars, keyboards
  • Marius Vold: vocals
  • Tor Seidermann Stavenes: bass
  • Hellhammer: drums

Voto medio utenti

Certe operazioni di recupero mi lasciano sempre un po' basito al riguardo, perché non so esattamente quante persone sarebbero interessate a recuperare una compilation del genere.
Certo, la band in questione è la primissima incarnazione di quello che poi diventeranno gli Arcturus, band seminale e di culto per i capolavori pubblicati; i Mortem dopo essersi riuniti e pubblicato il debut “Ravnsvart” fanno riemergere alla luce il polveroso demo datato 1989.
Un’operazione nostalgia forse, c’è da dire che per i seguaci dell’underground è oro puro, perché qui non solo c’è il primo vagito pubblicato ma anche la versione riregistrata odierna con in più due bonus tra le quali la cover in lingua madre della magnifica “Funeral fog” dei Mayhem.
Il demo “Slow Death” di fine anni 80 presenta tutte la caratteristiche e difetti di ogni gruppo principiante; sono sei brani, intro inclusa che sfoderano del death/ black primordiale con qualche buona intenzione vedasi nella titletrack o nel brano “Agonized to suicide”; il trio che vedeva come session man alla batterista il buon Hellammer ce la mette tutta anche se la produzione sporca non aiuta e la voce messa in fondo sembra un latrato incomprensibile, si nota una genuinità e voglia selvaggia.
La versione chiamiamola riveduta e corretta alla luce dell’esperienza maturata nel corso del tempo dona più precisione e la produzione cristallina e potente aiuta ma detto tra noi, preferisco l’originale.
In sommativa compilation apprezzabile dai maniaci dell’underground e dai collezionisti, gli altri possono anche soprassedere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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