I
Persefone sono artisti troppo grandi, troppo dotati, troppo evoluti per curarsi delle piccolezze che spesso ammorbano il nostro genere preferito:
"eh ma non suonano più come nell'ep di debutto"
"Si sono venduti all'industria discografica"
"Hanno cambiato il loro stile per piacere ai fans"
I
Perserfone volano ad altezze siderali, lasciando queste miserie a chi non ha tempo e voglia di scindere la grande Musica dalla paccottiglia confezionata in serie.
"
Metanoia" (
Napalm Records)- sesto album della band andorriana - non fà che confermare il livello stratosferico raggiunto dai nostri nei precedenti lavori, aggiungendo un ulteriore tassello ad una carriera ventennale immacolata e scevra da passi falsi.
Vi rimando alla nostra intervista
QUI con il batterista
Sergi Verdeguer (mostruoso il suo lavoro nel disco!!) per conoscere più in profondità la genesi del disco; adesso finalmente parliamo della musica che contiene.
Metanoia è un "
[I]cambiamento radicale nel modo di pensare, giudicare, sentire, specialmente dopo l'adesione a una nuova fede religiosa[/I]": i
Persefone mutuano questo concetto trasponendolo in un viaggio che può durare una vita, un percorso che porta al cambiamento attraverso dolori inevitabili funzionali ad una rinascita spirituale.
Gli aspetti che vanno oltre il mero materialismo hanno sempre contraddistinto il lavoro della band - il folklore giapponese in "
Shin-Ken", i miti greci in "
Core" o la spiritualità cosmica nell'ultimo, splendido "
Aathma" - in "
Metanoia" vengono spinti all'estremo in un disco sognante, ipnotico, magnetico e toccante.
Lungi dall'aver perso le proprie radici che vedono negli
Opeth , nei
Dark Tranquillity e nei Dream Theater i riferimenti più immediati, i
Persefone alimentano e rendono personalissimo il proprio suono con delicate partiture di pianoforte, lunghi dialoghi di chitarra dal sapore prog, improvvisi e furiosi assalti death condotti dall'ugola abrasiva di
Carlos Lozano.
La varietà di soluzioni proposte non deve stupire: la band ha sempre cercato di conciliare le varie anime che si agitano tra i sei elementi che la compongono, e sin dai primi album prova a venire a patti tra la propria adorazione per la pura tecnica e l'invincibile orientamento melodico presente in ogni brano.
La dicotomia tra l'estrema violenza e la dolcezza che carezza lo spirito traspare evidente anche dalla scelta dei titoli di alcuni brani presenti in "
Metanoia": "
Katabasis", la discesa nell'Ade, è un brano oscuro, contorto, spigoloso, con alcune delle parti vocali più graffianti del disco; al suo opposto la suite in 3 movimenti "
Anabasis" (l'ascesa al cielo) esplode tra synth e voci pulite, fraseggi ipertecnici e paesaggi sonori tranquilli, perfetta guida per innalzarsi ad un successivo piano esistenziale.
Citazione doverosa infine per gli ospiti che hanno reso ancora più emozionante "
Metanoia":
Merethe Soltvedt (ormai una piacevole abitudine),
Angel Vivaldi, Steffen Kummerer ed Einar Solberg.
Ho finito le parole, vi lascio alle emozioni di questo disco che si candida prepotentemente già oggi ad essere il Top Album dell'anno, come spesso accade per i lavori dei
Persefone: