Eccomi qui a trattare la ristampa rimasterizzata del quarto album dei
Therion, un album di transizione ma non privo di spunti interessanti.
In primis c’è da dire che da questo album inizia a farsi sentire ancor di più il tratto sinfonico e l’influenza heavy metal che aveva fatto capolino nel precedente album.
Non che questo tolga la pesantezza, perché basta sentire la magnifica opener “
The wings of the hydra” per convincersi che la formazione svedese non cede di un millimetro anche se l’influsso death metal va scemando; il growl di
johnsson sembra imitare le vocals del frontman degli svizzeri
Celtic Frost e non è solo un caso in questo album dato che all’interno c’è l’omaggio agli elvetici con la cover del classico “
Sorrows of the moon”.
Le tastiere sono più presenti e orchestrali come nel caso della traccia “
Melez” e soprattutto entra anche il gothic metal, basta ascoltare la bellissima “
The beauty in black”.
Occorre inoltre precisare che al basso c’è il nuovo entrato
Fredrik Isaksson; la formazione è a tre elementi perché il leader e frontman si è occupato di quasi tutto.
All’interno cominciamo a trovare gli inserimenti di voci operistiche con l’ausilio di soprano e baritono come nel brano “
Evocation of vovin”.
La titletrack è varia e soprattutto esaltante nel suo comunicare pathos con una dose doom metal intervallata da un’accelerazione e chitarre armonizzate, sul finale i cori amplificano il senso sacrale del brano ripetendo il titolo come se fosse un’invocazione a potenze occulte.
Disco che è il passaggio tra i
Therion passati e futuri, perché dal prossimo sarà tutta un’altra musica ma soprattutto sforneranno il loro capolavoro “
Theli”.
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