Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:70 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. NEW REALITY
  2. BLOOD SPILLER
  3. FLOATING SKULLS
  4. HEAVY PENDULUM
  5. PENDULAMBIENT
  6. CARELESS OFFERING
  7. BLINDED BY A BLAZE
  8. AMARANTHINE
  9. SEARCHERS OF HELL
  10. NIGHTMARE EYES
  11. DAYS OF NOTHING
  12. WAITING FOR LOVE
  13. RECKONING
  14. WAVERING ANGEL

Line up

  • Stephen Brodsky: lead vocals, lead guitar
  • Adam McGrath: rhythm guitar, backing vocals, lead vocals on "Reckoning"
  • Nate Newton: bass, backing vocals, tambourine
  • John-Robert Conners: drums

Voto medio utenti

Storia molto particolare e a suo modo pure interessante quella di questa band Metalcore americana.
Formatisi alla fine degli anni ’90 come una Metalcore band tra le tante, presto il gruppo si avviò verso lidi più sperimentali e spericolati, toccando lo Space Rock con l’ottimo "!Jupiter", andando successivamente su sonorità Indie che si rivelarono un fiasco commerciale, per poi fare un parziale ritorno alle origini.

Gruppo sempre molto interessante, che nel tempo ha diviso le assi del palco con altre band molto particolari (come Russian Circles o i Boris, questi ultimi anch’essi molto ondivaghi tra i vari generi) e che con il penultimo “Final Transmission” (2019) si conquistò un certo numero di lodi all’estero con le sue sonorità in bilico tra l’Indie e lo Space Rock.
Ma adesso siamo nel 2022, i Cave In escono per la Relapse Records (!) con il nuovissimo “Heavy Pendulum”, che dietro alla sgargiante copertina meritevole del formato vinilico (prezzo permettendo, visto quanto il costo degli LP sia aumentato in maniera terrificante per il consumatore finale) presenta ben settanta minuti di musica inedita che va quindi ad essere il loro album più lungo mai pubblicato.

Rispetto a “Final Transmission” le sonorità sono più muscolose e potenti, si ha un parziale ritorno a quelle origini Metalcore, seppur smorzate e ammorbidite da melodie Indie e Alternative, oltre che ad una leggera patina Psych: questa ricetta funziona molto bene nella prima parte, ma proseguendo, l’attenzione tende a calare per il ripetersi delle stesse idee e strutture, anche se la presenza di qualche bel colpo di coda torna a far rialzare l’asticella qualitativa.
La lenta e melodiosa “Heavy Pendulum” ha un’andatura ipnotica che trova nella successiva "Pendulambient” la prosecuzione ideale, l’acustica “Reckoning” ha una grande intensità, non risultando la classica ballata zuccherosa buona per le radio americane e la conclusione psichedelica di “Wavering Angel” per quanto mi riguarda non solo sono gli highlits del disco, ma pure una forte testimonianza di musicisti non pigri ma sempre in movimento e alla ricerca di nuove soluzioni artistiche.

Album molto ambizioso e un po’ dispersivo, che presenta alcuni passaggi a vuoto come dei colpi da maestro, un lavoro di una certa caratura che per l’ennesima volta fa svettare i Cave In sopra agli standard (mediocri) del Metalcore e dell’Indie a stelle e strisce.

Ancora una volta, ben tornati.

Recensione a cura di Seba Dall

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