Il primo album dal vivo degli
Ellesmere capitanati da
Roberto Vitelli riaccende i riflettori su una delle più interessanti realtà di prog sinfonico partorite dal nostro paese negli ultimi anni.
Le registrazioni risalgono al 2019 e ripropongono quasi per intero i primi due lavori del collettivo romano. Il primo CD si concentra sull’esordio datato 2015, caratterizzato da un sound nostalgico e bucolico che ha negli Harmonium e nei Genesis di Steve Hackett i suoi riferimenti principali (
“Meung- Sur-Loire”, “La Loire”). La proposta è sostanzialmente strumentale (escludendo alcuni “vocalizzi”, come nel caso di
“Chambord”), ma l’inedito
“Rain To Come” è una canzone a tutti gli effetti, sorprendente nella sua coerenza nonostante l’inaspettata “rumorosità”. Meno interessante è invece la successiva
“Nightfall”, altro inedito che suona un po’ come una breve jam cosmica del compianto Edgar Froese.
Nel secondo CD tutto si fa più spigoloso e muscolare, con sonorità più moderne che rimandano al progressive più recente di
Transatlantic e
Southern Empire (
“Marine Extravaganza”, “The Schooner”). Se
“Runaway” e
“The Ancient Samovar” rievocano i
Marillion di Steve Hogarth, la conclusiva
“Time, Life Again” è un bel
tour de force musicale ispirato a
Pendragon e Twelfth Night.
Un ottimo punto di partenza per chi non conosce la formazione nostrana.
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