Uscito a nove anni di distanza dal debut album
'Paramnesia', ritornano gli
Altars sul panorama musicale. Scioltisi infatti tre anni dopo la release di quest'ultimo, la band non aveva più dato notizie di sè fino allo scorso anno quando fu annunciata la reunion. Niente EP, assaggi di tracce, o mille dichiarazioni futili, un anno dopo la band aveva già bello e pronto il successore del debutto, qui recensito, con il titolo di
'Ascetic Reflection'. In termini di lineup è solo
Cale Schmidt ad abbandonare la nave all'annuncio del primo scioglimento nel 2011, che viene prontamente sostituito da
Brendan Sloan, che molti conosceranno anche per essere il deus ex machina dei Convulsing.
Non vi sono particolari sorprese neanche in termini musicali, dato che la band rimane in territori death metal, in alcuni frangenti anche spaziando sul doom, richiamando a sè anche in termini di produzione i primi lavoro dei Morbid Angel e vocalmente gli Immolation. Ma se per alcuni questo potrebbe essere un difetto, è invece uno dei maggiori punti di forza di
'Ascetic Reflection'.
Un sound soffocante, oppressivo quello che si respira tra le otto tracce del full length che, come detto, passa con una semplicità estrama dalla brutalità devastante di
'Perverse Entity' ai cambi di tempo malinconici ma in un tal senso quasi apocalittici di
'Opening The Passage', che tra l'altro dura poco meno di sette minuti che vengono percepiti come la metà tanto talentuosa è la band nel creare atmosfere ipnotiche e seducenti. Atmosfere che si rispecchiano poi nella conclusiva
'Inauspicious Prayer', unica strumental del disco, ma anche nella prima metà di
'Black Light Upon Us', che tra iniziali sfuriate e continui rallentamenti attrae proprio per la sua unicità, e che passa poi il testimone alla Titletrack dove gli
Altars ritornano a un death metal di stampo più anni 90'. Da segnalare inoltre la prova di
Brendan Sloan, con un growl che ben si sposa con i riff di
Lewis Fischer, mostrano anche una band compatta come non mai.
'Ascetic Reflection' è un disco che sorprende in gran parte dei suoi passaggi, e la cosa che più sorprende è che gli
Altars appaiono molto più coesi anche a distanza di un solo anno dall'essersi riformati, e se questo è l'antipasto non posso che aspettare con trepidazione di sapere quala sarà la prossima mossa degli australiani. Sperando di non dover aspettare altri nove anni..
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