Si sapeva già che ci sarebbe stato un secondo atto di questa commedia che non fa ridere e che risponde al nome di
“Acoustic Adventures”, quindi ha poco senso fare ora gli indignati.
Tutti i limiti del
primo capitolo emergono con forza anche in questo
“Volume Two”, album difficilissimo da giustificare, ma ancor più difficile da ascoltare.
Quelli che una volta erano veri e propri inni di
Tony Kakko e soci (da
suicide ballads come
“Letter To Dana” e
“Gravenimage” a cavalcate del calibro di
“Black Sheep” o
“San Sebastian”), oggi sono solo lo sbiadito ricordo di una band che forse, in tempi recenti, ha guadagnato qualche fan (ipotesi comunque tutta da verificare), ma sicuramente ha perso la bussola e non sa bene se e come uscirne.
Errare è umano, perseverare è diabolico.
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