Chi si aspettava un disco sulla scia del recente
“The Red Planet” rimarrà deluso da
“A Gallery Of The Imagination”, concept album - che ha poco a che fare con il rock - in cui il celebre tastierista inglese presenta i brani “come se fossero quadri in una galleria”.
I guizzi del prog che fu si limitano all’introduttiva
“Hidden Depths” e al singolo
“The Dinner Party”, con una band eccezionale sulla carta ma con il freno a mano tirato, mentre una buona parte del full-length sembra ispirarsi alla produzione di
Rick Wakeman degli anni Ottanta e Novanta, a cavallo tra pop accessibile e sintetizzatori new age (
“The Man In The Moon”, “A Mirage In The Clouds”).
A volte sembra di ascoltare Alan Parsons o Mike Oldfield (
“My Moonlight Dream”, “The Visitation”), mentre i brani più soffusi interpretati da
Hayley Sanderson (
“Only When I Cry”, “The Eyes Of A Child”) non brillano per intensità. Si alza l’asticella quando il musicista si concentra sul pianoforte ed emergono le sue influenze classiche e romantiche (
“The Creek”, “Just A Memory”), così come hanno un loro perché la frizzante
“Cuban Carnival” e la bucolica
“A Day Spent On The Pier”.
Ciononostante, bisogna evidenziare tanto mestiere e pochi momenti davvero memorabili.
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