Interessante debutto questo che ci arriva dalla Colombia, nello specifico da Bogotà, dove un manipolo di giovani borchiati e baffuti musicisti insegue i fasti del thrash metal ottantiano riversando la propria carica nei 34 minuti di
Sharp Magik Steel.
Loro si definiscono speed metal ma è da intendere in senso primigenio, cioè quando speed e thrash erano agli abori e quasi sinonimi. Nel loro sound non ci sono molte tracce di speed in senso stretto, quello di formazioni come Agent Steel, Savage Grace o Exciter, quello che troviamo invece sono canzoni andanti, costruite su tupa tupa ignoranti e con riff semplici, spesso basati su power chord, gang vocals a supporto, suoni riverberati e qualche rallentamento da headbanging.
I
Reckless non fanno certo della tecnica la loro arma principale ma preferiscono buttare nei loro pezzi energia, senza per questo raggiungere un'ultra-velocità fine a se stessa. Insomma, siamo dalle parti della Bay Area tra l’83 e l’85.
"
Glittering Death" è certamente il punto più alto del disco, un pezzo completo e articolato, una bomba totale di thrash old style aggressivo con parti melodiche, cambi di riff, tupa tupa, assolo con wah wah… c’è davvero tutto; anche un rallentamento scapoccione. Insomma, un Bignami del thrash vecchia scuola. Se tutti i brani fossero a questo livello il disco si prenderebbe un 7,5/8.
Buona anche "
Crimson Obsession", introdotta da sintetizzatori che ricordano Carpenter, sa alternare velocità, rallentamenti nel punto giusto e un pizzico di melodia rimanendo potente, lineare ed efficace. Purtroppo non tutti i pezzi sono all’altezza di quelli che vi ho appena accennato e, per quanto piacevoli e godibili, non lasciano propriamente il segno. Abbiamo qualche riff con effetto flanger ("
Behind the Mist") e l’utilizzo frequente di tempi dispari e accenti metricamente insoliti a portare un pizzico di imprevedibilità, senza che questo sconfini mai in qualcosa di troppo arzigogolato o inutilmente complicato ("
Neutralized", "
Wake Up Screaming") ma riescono a mantenere un certo magnetismo e interesse. In tutto questo turbinio musicale abbiamo una voce che definirei abbastanza adeguata alla proposta: sporca ma non troppo, sempre lontana e riverberata, che non si alza verso tonalità che non può raggiungere ma che viene supportata da controcori per essere più incisiva.
Sharp Magik Steel riesce a far passare una mezz’ora in modo piacevole, magari alla guida o durante una corsa, fornendo l’energia necessaria e la giusta dose di ignoranza quotidiana.
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