C’è forse più personalità qui che nel precedente
“The Universe Also Collapses”, ma non posso dire che
“Unending Ascending” mi abbia conquistato.
Il nuovo album a nome
GONG è un tuffo nelle atmosfere degli anni Sessanta più colorati e disimpegnati (
“Tiny Galaxies”, “O, Arcturus”), ma il compianto
David Allen avrebbe probabilmente alzato più di un sopracciglio ascoltando le ruvidissime
“My Guitar Is A Spaceship” e
“Choose Your Goodess”.
Se
“Ship Of Ishtar” e
“Lunar Invocation” strizzano l’occhio alla musica ambient, nella convincente
“All Clocks Reset” emergono le sonorità “pazzerelle” e frizzanti che hanno reso celebre il collettivo di origine francese, prima dell’epilogo intitolato
“Asleep Do We Lay”, vero e proprio trip a base di LSD.
Cosmico, ma fuori tempo massimo.
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