Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:40 min.
Etichetta:Mascot
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. OUT OF POCKET
  2. SCREAMIN’ AT THE SKY
  3. NERVOUS
  4. WHEN THE PAIN COMES
  5. SHOW ME WHAT IT FEELS LIKE
  6. R.O.A.R.
  7. SMILE, WORLD
  8. THE MESS YOU MADE
  9. WHO ARE YOU TODAY?
  10. NOT AFRAID
  11. HERE’S TO THE HOPELESS
  12. YOU CAN HAVE IT ALL

Line up

  • Chris Robertson: vocals, guitars
  • Ben Wells: guitars
  • Steve Jewell: bass
  • John Fred Young: drums

Voto medio utenti

A tre anni di distanza da "The Human Condition", da quella "Again" che aveva spopolato nell'inverno del 2020, i kentuckyani Black Stone Cherry sono tornati pubblicando trentanove minuti e cinquantuno secondi del loro (probabile) album più "duro" mai rilasciato.
Ci mancherebbe, non mancano le linee melodiche che hanno da sempre contraddistinto lo stile della band, come sono ancora ben presenti le sfumature southern riconducibili ai Lynyrd Skynyrd, ma in questo "Screamin' at the Sky" un uso di un sound più diretto e spigoloso è apparso immediatamente identificabile.

Non nascondo che il primo ascolto non mi aveva particolarmente convinto: l'essermi trovato un pò spiazzato rispetto ai precedenti lavori era inevitabile.
Invece con il ruotare del vinile, brano dopo brano, il nuovo quartetto proveniente da Edmonton (Steve Jewell Jr. alla quattro corde ha sostituito Jon Lawhon) mi ha rapito come non mai.
Dalla produzione, questa apparsa fin dal primo ascolto decisamente superiore alle precedenti, al valore di ogni singola traccia; le registrazioni insieme a Jordan Westfall nello storico Plaza Theater (1934) hanno di fatto restituito un lavoro vero, puro, emozionale, oserei dire il migliore di sempre.
Non c'è un brano dei dodici presenti che merita l'insufficienza. Forse non c'è nemmeno il "cavallo di Troia" che trascina con sé l'intera opera, ma l'amalgama creata dall'insieme rende questo album una roccia inscalfibile nella discografia del gruppo.

Dei singoli che dire. Ben Wells (Sgargiulino per i più intimi) continua ad emanare energia da ogni poro, e da una sei corde più cattiva e ispirata, Chris non si smentisce, anzi, il graffio della sua voce continua ad evolvere e nelle dodici tracce proposte dimostra una maturità ormai consolidata dai diciassette anni di carriera.
La batteria di John Fred ha mantenuto ispirazione, sound e la peculiarità di essere riconoscibile fra tante, mentre l'ingresso di Steve Jewell Jr. non ha avuto ripercussioni, anzi.
Come accennato non esiste una traccia che spadroneggia sulle altre. A seconda delle tendenze si può essere attratti sia da "Out of Pocket" che da "Nervous", così come dalla traccia che da' il nome all'album fino a "Show Me What It Feels Like".

Insomma, un lavoro ben riuscito che pone la band di Chris, Ben and Co. come una delle più credibili all'interno del panorama americano e rock.
Non rimane dunque che attenderli nuovamente in Italia (Alcatraz 2022 ultima apparizione) per godere dell'energia, del talento e del coinvolgimento emotivo di una band che continua a non avere confini.

Recensione a cura di Ghost Writer

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