Metodici, ogni quattro anni gli statunitensi
War Curse danno alla luce un album: nel 2015 avevano esordito con "Final Days", seguito nel 2019 da "Eradication", ed ora è il momento di "
Confession".
Un percorso musicale sin dagli esordi all'insegna del Thrash Metal, agli inizi più orientato sul versante degli Slayer, ma poi a partire da "Eradication", anche per l'arrivo del nuovo vocalist,
Blaine Gordon, i
War Curse hanno accentuato la loro dipendenza dalla suggestione dei Metallica degli anni '90.
Certo, non si può parlare di una cover band, dato che la formazione dell'Ohio rivede il tutto con una discreta dose di personalità e soprattutto mettendo in campo mezzi tecnici all'altezza della loro proposta. Qualità che già l'accoppiata iniziale, "
The Nothing (That Is Me)" e "
Fortress if Agony", mettono ben in evidenza, sia nell'approccio del già citato
Gordon (che deve aver ascoltato, e non poco, James Hetfield), sia nella prova dei musicisti, dei quali si segnalano entrambi i chitarristi,
Justin Roth e
Joshua Murphy.
Allo stesso tempo, affiora, però quello che alla fine resta il principale rimprovero da rivolgere ai
War Curse: la carenza di spunti vincenti ed avvincenti.
La title-track ha un abbrivio più vivace delle due canzoni che la hanno preceduta, e non si fa mancare anche una maggiore aggressività vocale, "
Miracle Broker" (dalla quale hanno realizzato un video) mantiene accesi i toni, grazie al suo gran pulsare ritmico (opera del batterista
James Goetz e di
Johnnie Wallace al basso). "
Power of the Powerless" è uno dei brani che più si allontanano dai Four Horseman, avvicinandosi maggiormente al songbook dei Testament, che comunque personalizzano con un break rallentato d'effetto e un refrain melodico, soluzioni presenti anche nel corso della seguente "
The Convoy", dove i
War Curse ripropongono il binomio growling più rasoiate soliste. Poche variazioni sul tema anche dagli episodi successivi, che contribuiscono ad evidenziare l'opportunità di un songwriting diversificato e di un ulteriore allontanamento dai gruppi di riferimento, per quanto sul finire dell'album vadano a scomodare i Grip Inc. coverizzando la loro "
Rusty Nail".
Bel gruppo, buona resa sonora e belle canzoni. Ma, come sottolineato, manca ancora qualcosa.
Metal.it
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