Gli
Hasturian Vigil sono un duo black metal irlandese formato da
Cxaathesz e
Shygthoth, i quali debuttano in questo inizio 2024 con
“Unveiling The Brac’thal”, sotto l’egida della
Invictus Productions.
Da quanto dichiarato da loro stessi si ispirano a band classiche come i nostrani
Mortuary Drape (questo ci rivela ancora una volta che spesso dovremmo guardare di più a casa nostra), gli
Absu – pur senza averne la stessa complessità –, i
Mercyful Fate, i
Negative Plane e gli
Zemial, così come riprendono qualcosa dai
Darkthrone e da altre formazioni classiche dell’heavy metal. Mentre per quanto riguarda le tematiche, i due Irlandesi sono influenzati da autori come
Lovecraft,
Machen,
Lord Dunsany e
Yeats, reinterpretando la materia con il proprio tocco personale.
“Unveiling The Brac’thal” è un LP atipico, si tratta di 32 minuti di musica distribuiti su sole 4 tracce, dove i due blacksters irlandesi sciorinano un black metal che ben amalgama tutte le correnti provenienti dall’alveo nero dei gruppi menzionati poco sopra.
Sono chiaramente ben udibili le varie commistioni del loro modo di suonare black, incorporando le melodie heavy tipiche del periodo 80’s, culminanti, nel break down di chitarra di
“Nine Bellowing Hounds”, in un vero e proprio omaggio a
“Melissa” (1983) dei
Mercyful Fate; ma anche in splendidi soli melodici come quello contenuto nella seconda traccia. Così come è ben udibile il substrato thrash/death su cui si edifica la struttura del sound degli
Hasturian Vigil.
Tutto ci rimanda ad un modo di suonare, produzione compresa, che oramai risulta sempre più difficile reperire, e questo non può, da un lato, che far piacere; mentre dall’altro, probabilmente penalizza un po’ la band, che a mio parere non riesce a conferire pieno corpo alla propria identità, risultandone il flusso disperso in fin troppi rivoli secondari. Complice di questo anche la struttura progressive dei brani – che si attestano tutti su un minutaggio piuttosto elevato –, senza altresì riuscire a risultare univoca e scorrevole, e soprattutto incapace di far presa sull’ascoltatore. Difficilmente riuscirei ad immaginare che
“Unveiling The Brac’thal” possa lasciare un qualche segno del suo passaggio nel futuro dell’universo nero che ci è tanto caro.
In ogni caso ci sono molti spunti interessanti e un’attitudine old-school molto piacevole; in particolar modo il richiamarsi alla tradizione heavy degli anni ‘80 e al black della prima ondata, oltre che ad altri nomi meno esausti del genere. Questo riesce a sorprendere e a catturare l’attenzione, all’interno di un panorama, che seppur abbia ancora molto da offrire, spesso risulta inflazionato ed eccessivamente omologato nella sua proposta.
Spero di poter spendere, in futuro, parole migliori per questo progetto interessante…al momento però non si può andare troppo oltre la sufficienza.
Recensione a cura di
DiX88
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