Nakhteron è una one man Black Metal band melodica formatasi in Russia per volontà del musicista
Sergei Mishukov.
Nel 2024
Mishukov rilascia in maniera indipendente il suo primo full-length:
"When Darkness Fell".
Difficile catalogare a pieno questa proposta, poiché ci troviamo nella terra di confine che separa il Black melodico dal Melodic Death Metal; sulla scia di
Lord Belial e
Sacramentum, ma anche
Dissection.
Generalmente tendo a stare lontano da questo tipo di proposte, poiché frequentemente sono foriere di prodotti ormai ampiamente inflazionati, e di conseguenza carenti di originalità, e, ahimè, spesso anche della giusta attitudine.
Tuttavia nei miei pellegrinaggi musicali mi sono imbattuto in questa band sconosciuta, e vuoi un po' per l'artwork, un po' perché sono russi, e io sono un bastian contrario, ho deciso di premere play, e ho dovuto ammettere che
"When Darkness Fell" è davvero un bel disco.
Sicuramente non si tratta di un lavoro snello, essendo composto da dieci brani per un running time totale di 67 minuti; nonostante ciò questi scorrono tutto sommato bene e sono distribuiti su composizioni di grande qualità.
Vi è un numero di riffs davvero enorme, e soprattutto la maggior parte di essi risultano ficcanti, attaccandosi immediatamente all'epidermide; basti pensare a quello iniziale di
"Frozen Eyes". Brano che forse, unito a certe linee vocali, pesca un po' dai
Children of Bodom; tuttavia non si deve guardare al loro repertorio più melenso, bensì ai primi platter, e in ogni caso si tratta di lievi reminiscenze.
Come si evince da quanto appena scritto, l'elemento davvero formidabile è il guitarwork: grintoso, intricato e monocorde quando l'anima Black dei
Nakhteron lo richiede…. E soprattutto gelido; gelo che richiama anche alla scuola della fiamma nera norvegese, e che si apre varchi, sia nei suoni saturi delle chitarre, che nei paesaggi dipinti nelle retrovie.
"When Darkness Fell" è un LP pieno di melodia, una melodia che scorre fluida dagli strumenti tradizionali, non vi sono né tastiere né passaggi acustici.
Questo album è permeato da un'aura magica in grado di farsi perdonare qualche ripetizione di troppo, e in generale una certa sensazione di prolissità che rende leggermente faticoso l'ascolto. Un alone magico e oscuro che incarna le ambientazioni di stampo Dark/Fantasy dei testi. E a mio avviso è proprio questo il punto forte dei
Nakhteron, unito alla forte ispirazione di alcune soluzioni ad alto rischio di headbanging, oltreché ad una perizia e a una cura davvero elevata per ogni dettaglio da cui è composto (tenete sempre presente che è un esordio e che si tratta di una one man band). Cura minuziosa che si ripercuote anche sulla produzione, piuttosto moderna, nitida e ben bilanciata; e per la tipologia di proposta di cui parliamo, ovvero dall'alto tasso tecnico e melodica, è più che comprensibile che sia così.
Il progetto del russo
Sergei Mishukov è una realtà da monitorare con la dovuta attenzione; e che a mio giudizio, tolta qualche ingenuità stilistica e qualche minutaggio superfluo, sarà in grado di conferire grosse soddisfazioni.
Recensione a cura di
DiX88
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