Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:75 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. FIRST LIGHT
  2. LIKE BRIMMING FIRE
  3. DISHONOUR ENTHRONED
  4. UPON THIS SHORE
  5. THE IMPERIOUS HORIZON
  6. IN SILENT GRACE
  7. TO THE EDGE OF TYRANNY
  8. EARTHEN SORROWS
  9. THE INSURRECTION
  10. THE MAJESTY OF THE NIGHTSKY (EMPEROR COVER)
  11. IN SILENT GRACE (A.A. NEMTHEANGA SOLO VERSION)

Line up

  • Simon Lucas: drums, percussion, vocals (spoken word)
  • Chris Naughton: vocals (lead), guitars (rhythm, acoustic)
  • Nick Wallwork: bass, guitars (acoustic), vocals (backing)
  • Mark Deeks: keyboards, vocals (backing)
  • Russell Dobson: guitars (lead), vocals (backing)

Voto medio utenti

Una discografia superba priva di passi falsi e di compromessi, un disco assimilabile a ciò che fu l'immenso "Kveldssanger" per gli Ulver (parliamo di "The Hallowing of Heirdom"), un rispetto assoluto da parte di addetti ai lavori, appassionati e colleghi e - ultima in ordine di importanza - la mia umilissima devozione: parliamo ovviamente dei britannici Winterfylleth.
Se avete visto il video sulle preferenze dei redattori di Metal.it per il 2024 (e se non lo avete fatto rimediate QUI), sapete che "The Imperious Horizon" - ottavo lavoro sulla lunga distanza - è al primo posto della mia classifica, superando un disco clamoroso come l'ultimo Paysage d'Hiver.

I 75 minuti di "The Imperious Horizon" spazzano via tutti i rivali, confermando che il trono del black atmosferico è ancora saldamente nelle mani di Chris Naughton e compagni, ed è un manifesto dell'orgoglio e della fierezza che i Winterfylleth nutrono per la loro terra.
Le anime degli artisti, temprate dal gelo, dai venti carichi di salsedine che spazzano le scogliere e le brughiere, creano atmosfere di rarefatta, inquietante, potente, melodiosa bellezza, cesellando sonorità luttuose, epiche ed aggressive in grado di tenere in pugno ogni ascoltatore.
Linee di chitarra sontuose e sorprendenti, strati di synth e tastiere, esplosioni furiose, cori, interludi acustici ("Earthen Sorrows") rendono omaggio a quella che - come sempre - è la vera protagonista della musica degli inglesi: la Natura.

Sebbene la qualità media sia altissima vi sono (sembra impossibile) due tracce che anche fossero le uniche del disco, sarebbero valse il titolo di miglior disco dell'anno: sto parlando di "Upon This Shore" ed "In Silent Grace".
La prima mantiene vivo l'interesse per gli oltre 7 minuti grazie al riffing feroce e melodioso, ai cori di supporto ed alla profondità compositiva; "In Silent Grace" rompe gli schemi dei Winterfylleth per ciò che riguarda il suono e lo stile e vede la partecipazione di Alan "Nemtheanga" Averill dei Primordial caratterizzare con la propria voce cruda ed appassionata un brano lento, cupo, solenne e malinconico ammaliante sin dal primo ascolto.
Personalissima e riuscitissima anche la cover di "The Majesty of the Night Sky"degli Emperor, sicuramente la migliore che io abbia mai sentito.

I Winterfylleth non escono dagli schemi del genere - che loro stessi hanno contribuito a definire - ma confezionano un disco sontuoso, le cui sfumature solenni e magniloquenti superano agilmente qualsiasi altro lavoro di genere.
"The Imperious Horizon" è ai vertici della loro discografia e un cristallo gelido da collezionare.
Lunga vita ai Re!

Winterfylleth - "In Silent Grace"




Recensione a cura di Alessandro Zaina

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