Riguardo la formazione avellinese 800 Sotterranea, nasce spontanea una prima considerazione: questi ragazzi non amano perdere tempo. Infatti se la nascita ufficiale del gruppo risale alla primavera dello scorso anno, sono poi dovuti trascorrere diversi mesi perché si creasse uno schieramento davvero solido ed efficace. A quel punto ci si immagina i musicisti immersi in un lungo periodo di monotono lavoro per trovare l’affiatamento, cicli di prove sfiancanti per costruire, rifinire e lentamente migliorare la proposta, mesi e mesi trascorsi all’interno di qualche angusto locale per dare corpo alla musica che si ha in mente, e così via.
Niente di tutto questo, il quartetto campano è stato di diverso avviso. Giusto il tempo di memorizzare il nome dei compagni e fumare una sigaretta insieme, ed all’inizio dell’anno in corso era già pronto il primo demo con tre pezzi originali.
Nulla più di una curiosità, anzi è possibile che gli 800 Sotterranea siano gente molto preparata e con le idee chiare fin da subito.
Un ragionamento quasi identico si può fare per un’altra particolarità di questo cd. Quella di essere stato realizzato all’interno di una tetra e vetusta cantina, esperienza che pare aver influito in qualche modo sull’indirizzo del gruppo. Infatti nella presentazione dicono testualmente: “il demo è registrato in modalità live, senza l’uso di ritocchi e sovraincisioni. Questo perché rimanesse inalterata la spontaneità del suono cantinaro, scevro di contaminazioni moderniste”. Dichiarazione con vari livelli di lettura. Forse c’è davvero la predisposizione verso uno stile dal sapore antico, pre-tecnologico, che privilegi soprattutto l’istinto e la carica di grezza irruenza. Ma con un filo di malizia si può anche pensare ad una bizzarra giustificazione per la qualità sonora a dir poco scadente. Magari è soltanto un’ironica presa in giro, per gustarsi le acrobazie dialettiche di chi vuol far credere di aver capito benissimo cosa diavolo è questo “suono cantinaro”.
Particolari di poco conto, per il momento prendiamo per buona l’ipotesi che i tre brani siano frutto di una registrazione in presa diretta molto amatoriale, che in ogni caso obbliga a rimandare giudizi più precisi ad un futuro nel quale gli 800 Sotterranea potranno avvalersi di una struttura tecnica almeno semi-professionale.
Tanto lungo il mio ciarlare sul contorno quanto breve sarà quello sulla sostanza musicale per i motivi già esposti.
Attraverso suoni piuttosto cigolanti, si intravede un rock pesante ed oscuro con qualche sinistro rallentamento doomeggiante, improvvisi strappi metallici violenti, atmosfere tetre e gelide vibrazioni invernali, saltuarie alternanze vocali che potrebbero avere una matrice post-rock. Descrizione senz’altro insoddisfacente, ma il basso livello di produzione limita la possibilità di analisi più precise.
C’è il sentore che gli 800 Sotterranea possano sviluppare un buon heavy pesante ed oscuro, a patto che lavorino con calma e senza la smania di farsi subito notare. Inoltre anche se si punta su un sound genuino, ruvido e ruspante, è comunque meglio attendere che si verifichino le condizioni di poter realizzare un prodotto di alto profilo generale.
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