Album d'esordio per i piemontesi
Shady Lane, che si mettono insieme nel 2024 (sia Salvo Vecchio che Luca Bernazzi provengono dagli Ivory) e, meno di un anno dopo, esordiscono con un interessante concept album, forse un po' scevro di motivi portanti, ma con una storia intrigante e convoluta.
La musica potrebbe essere incapsulata nel progressive metal, ma non quello funambolico e (a volte inutilmente) showcasing, ma quello più riflessivo, e mi vengono subito in mente i Queesryche di "Promised Land", i Fates Warning o gli Evergrey, che urlano "presente!" soprattutto nella bella "
Seasons". Ma c'è molto, molto di più in "There and Back"; parti narrate, brani al limite del power come "
Hiding our Fears", mid-tempos rocciosi ma articolati ("
Drag me into the Nightmare"), che sanno colorarsi di sfumature oniriche, per poi ripartire all'improvviso.
Insomma, l'album di esordio degli Shady Lane, al netto degli ovvi margini di miglioramento, è un piacevole tuffo in una musica intelligente, ricercata, non tirata via ma pensata, costruita con amore e perizia. Se vi piacete sentire l'amore di un musicista per quello che fa, questo disco potrebbe darvi una gioia.
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