Altar of Woe - The Triumph of Malignant Narcissism

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:41 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. VAMPIRIC FRENZY 05:59
  2. 2. NECROMANCER'S NIGHT 03:46
  3. 3. BOUND TO DARKNESS 05:02
  4. THE DARKEST PATH 03:47
  5. SADISTIC GRIN OF EVIL 05:03
  6. THE BALLAD OF THE SCORN'S GUARDIAN
  7. PENTAGRAMS IN THE BLACK SKY
  8. BLASPHEMOUS SPIT
  9. THE NIGHTCALL
  10. A DEAD MAN'S DREAM

Line up

  • Elias: Everything

Voto medio utenti

Mentre il mondo intero concentra i suoi pensieri negativi verso la Russia, il polistrumentista Elias racchiude tutto il suo odio, la propria predisposizione introspettiva ai meandri psicotici delle strutture narcisistiche, e la sua poetica decadente, costruita sopra le ali di Thanatos, nella seconda opera, rilasciata al momento in via indipendente, della sua personale creatura infernale Altar of Woe: "The Triumph of Malignant Narcissism".

Un distillato eccezionale di Raw black metal come è raro trovarne al giorno d'oggi, dove sembra esservi condensato il misticismo funereo dai tratti vampireschi, occulti e allucinati, contraddistinto dalle lame circolari di rasoio tipiche della scuola francese dei Mütiilation, con una certa predisposizione alle dissonanze e ai suoni crudi martellanti e disanimati nel loro incedere che, personalmente, mi hanno riportato in mente i Deathspell Omega più rozzi (quelli dei primi due LP); il carisma oscuro e le atmosfere gelide e dense di pathos malvagio dei Satanic Warmaster e un gioco sublime, estroso e variopinto di synths su cui si inseriscono gli echi folk e depressive peculiari del Conte, per un complesso che, nell'insieme, se lo si vuole abbracciare nelle sue molteplici sfaccettature, necessita realmente di numerosi ascolti.

"The Triumph of Malignant Narcissism" e un'opera spietata e nera come poche altre nell'attuale panorama estremo, contraddistinta da un pathos di ordine superiore e da un nichilismo iconoclasta toccante corde che solo gli adepti più illustri dell'antica fiamma nera sono stati in grado di raggiungere. Qui dentro vi è poesia mortifera, dinamiche claustrofobiche e atmosfere asettiche tratteggiate in bianco e nero; rincorse folli sul filo del Thrash selvaggio dalle varie sfumature ascrivibili alla prima ondata: sulla scia dei Bathory degli esordi e degli Hellhammer ("Necromancer's Night"). A tutto ciò si aggiunge una lieve striatura di sangue Crust che potrebbe pervenire dal retaggio dei migliori Impaled Nazarene.
La Russia non è la patria del Black metal ma, quando i suoi alfieri decidono di giocare duro, solo pochi altri artisti di élite risultano in grado di reggerne il passo.

Un LP rigoroso, tradizionalista, cucito su misura… Ovviamente per chi nero lo è non solo negli abiti: bensì, soprattutto, nell'anima e nello spirito.

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Recensione a cura di DiX88

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