Dopo lo scorso album autobiografico dedicato alla depressione, eccoli tornare con una rasoiata pesantissima dedicata all’odiata religione cristiana.
Qui non si va tanto leggeri, basta ascoltare “
The cannibal”, un up tempo serratissimo con parti epicheggianti di puro black/death melodico magniloquenti.
“
Inside my head” è un mid tempo dalle tinte doom in certi casi con voci femminili a fare da rincalzo alle vocals in growl del frontman greco; la cosa che mi fa piacere è la compattezza del quartetto ellenico, si sente che il batterista
Fotis Bernardo, ex
Septicflesh si è ben integrato alla formazione ed in questo lavoro da il massimo.
Sentitevi l’attacco in blast beats in “
Traders of anathema” per poi diventare un serrato up tempo quasi thrash, una cosa bisogna dirla, pur essendo palese l’aggressività non si perde mai di vista quel tocco melodico nei riff, negli assoli di chitarra e nelle orchestrazioni.
“
The makhaira of the deceiver” torna un sapore goth nelle parti di chitarra e nel chorus; brano pregno di pathos e cambi di tempo con sfuriate in doppia cassa che fanno capolino.
Questo undicesimo lavoro mi ha confermato che il peggio è passato e i nostri ci hanno consegnato un ritorno degno del loro nome.
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