Austin Lunn torna, in questo agosto 2025, a distanza di tre anni dall'ottimo
"The Rime of Memory", con l'undicesimo lavoro targato
Panopticon (il suo main project):
"Laurentian Blue" (
Bindrune Recordings).
La musica di
Lunn in
Panopticon si distingue per la sua peculiare fusione di Black Metal atmosferico con elementi di bluegrass (ramo del country dove confluiscono folk inglese, irlandese e scozzese) e folk appalachiano – componente che prese piede dai tempi di
"Collapse" (2009) e che poi esploderà definitivamente con
"Kentucky" (2012).
Un complesso,
Panopticon, che, sebbene originario del Kentucky e dunque non pertinente all’area geografica della Cascadia, presenta molte affinità con il CBM e ha in parte contribuito a plasmarne il volto e, in generale, a dare un’espressione ulteriore alla fiamma nera statunitense dai connotati Progressive/Folk atmosferici.
In questo nuovo album, invece, lo statunitense mette completamente da parte il Black Metal per presentarci un disco prevalentemente acustico, dalle forti influenze derivate dal country e dal rock/blues americano – con echi di
Neil Young e
Lynyrd Skynyrd – fuso con il bluegrass a lui tanto caro. Dunque un disco non adatto ai blacksters, ma che, se incontrerà l'orecchio di un amante della musica in senso lato, o dei generi specifici a cui abbiamo fatto riferimento – come è il caso di chi vi scrive – non potrà non rimanere colpito dalla maestria artistica di
Austin: il calore della sua voce e i sublimi arrangiamenti, nei quali acustica, banjo, basso (acustico), chitarre resofoniche a collo quadrato e violini si compenetrano, trasportandoci tra i meandri innevati delle foreste settentrionali del Minnesota, pur conservando l’estetica folk del Sud, in cui
Panopticon è nato e prosperato.
Una raccolta di brani che affrontano l’oscurità dell’esperienza umana e l'agognata luce che ogni uomo cerca per orizzontarsi nella propria vita.
Un affresco che rappresenta uno sguardo commovente e introspettivo sul percorso segnato dall'amore, dalla perdita, dai tumulti politici e sociali e dal passaggio da una generazione all’altra, intriso di tutti quei richiami folcloristici che mantengono metafisicamente un ancoraggio al Black Metal: il legame con la natura e il sangue.
"Laurentian Blue" è un'opera magnifica, consigliata a chiunque non viva di solo Black Metal.
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