Nati ormai da più di dieci anni, i canadesi
Starlight Ritual dopo un iniziale periodo chiamiamolo così, di rodaggio, con un paio di EP, solo nel 2021 hanno dato alle stampe il loro debut album 'Sealed in Starlight', decisamente debitore al metal più classico, ma anche a sprazzi di epicità che sono sempre molto apprezati. Nello specifico ci troviamo davanti ad una band che mescola sapientemente le mani e gli strumenti tra gli anni 70' e gli anni 80' (Rainbow dell'era Dio, primi Iron Maiden, l'impeto battagliero degli Omen, Saxon), unito ad una produzione decisamente vecchio stile, che sembra per l'appunto essere uscita da questi decenni sopracitati. Mancavano da quattro anni, precisamente dal 2021 con la release di 'Sealed in Starlight', debutto che aveva posto la giusta attenzione sul gruppo, e che pur non brillando splendidamente, si era fatto abbastanza ricordare. Nel marasma di centinaia di band e dischi che vengono fuori letteralmente ogni giorno però, abbastanza non è mai abbastanza (scusate il tremendo gioco di parole).
Tocca quindi a questo nuovo
'Rogue Angels', introdotto da una copertina davvero di impatto (e che mi ha ricordato un po' gli Stryper), far capire se gli
Starlight Ritual siano stati una gradevole meteora, o se le carte sono state messe in gioco per durare. Primo lavoro sulla sempre poco lodata
High Roller Records, etichetta che sta dando molte soddisfazioni in ambito heavy metal nell'ultimo periodo, questo secondo album gioca molto sui mid tempo nella prrima parte, tra cui
'Far Beyond the Storm' e la Titletrack, ben riuscite e sopratutto con un ritornello efficace, dove la voce ruvida di
Damian Ritual (alla quale manca sempre quel pizzico di carisma) ben si staglia sul tutto. Con
'Of Words' si cambia registro puntando tutto su ritmi più rallentati, e dove Ritual quasi sussurando crea quel senso di lugubre atmosfera che riesce a donare alla canzone una buona dose di mistero, per poi esplodere nel chorus. C'è spazio poi anche per momenti più classici come l'iniziale
'Lost Among the Fold' oppure
'On The Run'. Vera highlight del disco però è
'Exodus', dove grazie ad una sinergia stupenda tra basso e batteria nella parte iniziale si ha una sorta di marcia, una colonna sonora per, appunto, un esodo, un qualcosa di triste e malinconico, e dove tutti i musicisti danno il meglio di loro.
Credo che gli
Starlight Ritual, alla fine, debbano ancora eseguire il grande passo, dato che
'Rogue Angels' alla fin fine si erge come un buon album, ma che non riesce a raggiungere alti picchi come ci si poteva aspettare. Assolutamente non insufficiente, le aspettative di crescita ci sono, ma forse sarà con il prosimo lavoro. Almeno, lo spero.
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