Negli ultimi anni capita spesso di leggere discorsi secondo i quali si sta verificando una rinascita della scena thrash metal. Ammesso che tutto ciò sia vero, è fuor di dubbio che, al solito, un nutrito insieme di ottime formazioni resti costantemente escluso dai calcoli di chi si fa portatore di simili affermazioni. Gli Hirax, purtroppo per loro, fanno parte di questa categoria di non considerati.
Il gruppo, nato nel 1984 in California, ha all’attivo quattro dischi in studio, l’ultimo dei quali pubblicato nel 2004 è oggetto di questa recensione.
Formati da Katon DePena (voce), Lance Harrison e Dave Watson (chitarre), Angelo Espino (basso) e Jorge Iacobelles (batteria), gli Hirax celebrano il proprio ventennale con un disco che senza mezzi termini va considerato tra le migliori uscite degli ultimi 10 anni.
Le danze sono aperte da un ticchettio modello bomba a tempo che introduce “Kill switch”, pezzo che fa subito capire che aria tiri in casa Hirax; la sua struttura, l’esecuzione e la monumentale prova di Katon al microfono fanno riassaporare in maniera perfetta i bei tempi del thrash bay area che fu. L’atmosfera non cambia con “Hostile territory”, sfuriata da poco meno di 2 minuti che ci prepara alla title track “The new age of terror” primo picco qualitativo del disco. Il riff portate del pezzo sembra invocare a tutti i costi l’headbanging, trattenersi è davvero un’impresa anche in virtù di una batteria che amplifica ulteriormente il ritmo cadenzato di buona parte della composizione.
Si prosegue all’insegna dell’impatto sonoro con “Swords of steel” e “Into the ruins”, brano più corto del disco.
Con “Massacre of the innocent” incrociamo il cammino con la traccia forse più particolare dell’album, una strumentale di 1:41 minuti che racchiude in se il trionfalismo militare e il germe del sentimento quasi diametralmente opposto.
Con “Hell on Earth” e “Suffer” si torna a picchiare alla vecchia maniera, mentre con la seconda strumentale “El dia de los muertos”, si resta stupiti nel constatare quanto la formazione riesca a passare con disinvoltura dalla violenza sonora, a momenti più riflessivi, a dimostrazione che tale capacità non è appannaggio dei soliti noti.
La chiusura dell’album è affidata a due autentiche killer song, mi riferisco a “El Diablo negro” e “Unleash the dogs of war” pezzi in cui il gruppo non si risparmia, dando vita a momenti da tramandare ai thrasher degli anni a venire, ascoltare per credere!
Con “The New Age Of Terror” gli Hirax dimostrano di essere uno tra i pochi gruppi di riferimento nel proprio genere, non rimane altro da fare che prendere atto dell’ottimo lavoro che hanno realizzato, senza lesinare complimenti a nessuno, dalle chitarre alla batteria, passando per il basso fino ad arrivare al leader Katon, che su questo album impressiona come mai aveva fatto prima e si guadagna di diritto un posto tra le voci più incisive del thrash.
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