Rapida premessa: chi scrive possiede copia originale di "Load" e "Reload" e considera quel progetto un interessante tentativo operato dagli ex 'Four Horsemen' di aprire la propria crativita' sui versanti di un hard rock ricco di venature blues, comunque riconducibile ad un unico comune denominatore: i Metallica. Tanto per dire che qualsiasi personale valutazione sul nuovo lavoro è scevra da pregiudizi. Detto questo andiamo a raccontare le sensazioni evocate da "St. Anger", nuovo lavoro in studio dopo sei anni, il primo registrato senza Jason Newsted al basso. Ascoltando il disco la prima impressione è di avere tra le mani un 'rough mix', una registrazione non ancora passata nelle sapienti mani di un tecnico del suono e di un produttore: suoni ovattati, scarni ed una batteria per cui mi sono permesso di coniare la definizione di 'suono padellare'. Una scelta ragionata, basata sull'idea di costruire un disco abrasivo partendo dal suono, supposto abrasivo. A differenza di molti che per fare questo caricano le produzioni i Metallica hanno fatto esattamente il contrario lavorando per sottrazione; scelta dai risultati deludenti, il disco esce letteralmente male dalle casse dello stereo, e la batteria verso il quinto pezzo mi ha personalmente cominciato a dare sui nervi. L'opera puo' riassumersi così: canzoni lunghe, basate su mega riff hard piuttosto acidi e sorrette da una batteria elementare nelle strutture ritmiche con Hetfield che si lancia in linee vocali graffianti salvo poi trovare albergo in refrain a volte facili e accattivanti. Nessuna traccia di assoli, non dubito che Hammet abbia partecipato alla registrazione del disco, ma mi chiedo dove sia. Le canzoni? Che posso dirvi, ho ascoltato il disco abbastanza per sperare di autoconvincermi della sua validità, ma non ho trovato nessuna esecuzione destinata a divenire una pietra miliare della produzione dei Metallica. Alla fine "St. Anger", l'omonimo singolo del disco, rappresenta alla perfezione il senso di tutto il lavoro, un tentativo di ritornare all'aggressività degli esordi attualizzandola in una forma piu' istintiva. Il risultato finale delude e suscita quasi tenerezza. Detto questo sarò ad Imola per vedere la loro esibizione, ma non certo per ascoltare le nuove canzoni di "St. Anger".