Non al livello di altri lavori dei Maiden. Ma molto bello.
"Con questo gigantesco album si chiude a mio parere il ciclo dei capolavori Maiden e si apre quello degli ottimi dischi. Poco male, la storia è ormai scritta a caratteri cubitali nel granito. Se i Maiden sono la più grande metal band della storia è merito di Powerslave e dei quattro dischi che lo precedono: semplicemente, CINQUE ALBUM DELLA MADONNA" bhe, effettivamente il numero di centri consecutivi (a cui a mio parere si possono aggiungere Live After Death e Somewhere in Time) è pazzesco. Tanto di cappello. Mi ricordo ancora le riunioni a casa mia, con gli amici e i compari di gruppo, a goderci la proiezione di L.A.D. da VHSe a commentare ogni singola nota delle due asce Smith/Murray...che momenti magici!
basta dire che powerslave è in assoluto la prima cassettina heavy metal che entrò in casa mia e nel mio, allora era quello di famiglia, stereo. Avevo dodici anni. Lo misi su, schiacciai play churchil speach e poi BAM aces high mi ricordo come fose ora ceh pensai UAO CHE BOTTA è il momentoe satto in cui divenni metallaro, o ne presi coscienza chi lo sa
Probabilmente il miglior album dei Maiden, e The rime of the ancient mariner può tranquillamente candidarsi tra le 100 canzoni più belle di tutti i tempi....e si avvicinerebbe al podio!
Io continuo a pensare che anche Seventh Son of a Seventh Son sia annoverabile tra gli ALBUM DELLA MADONNA..
Quoto Gandy. Assolutamente si!!!
no perchè 7son eccetera è di fatto il raffinamento di quanto provato a fare con somewere in time e pur essendo riuscito non ha quell'aaura di immortalità dei cinque di cui sopra. can i play with madness è di fatto l'epifania di un no prayer for the dying qualsiasi. poi che sia un bel disco questo è ovvio. ah i bei tempi andati in cui il disco brutto dei maiden era no prayer for the dying chi lo avrebbe mai detto che poi se ne sarebbe andato dickinson....e x factor e va beh e poi virtual XI !!!!!!!! santoanubi
Powerslave rappresenta un lavoro in cui tutto è mostrosuamente riuscito: innanzitutto le canzoni (splendide anche le gemme trascurate come Back in the Village e The Duellist, tacendo dei capolavori immortali in numero di 4); l'artwork (immenso, sia per il disco che per il tour); il tour che ne è seguito, giustamente reso immortale prima dai nudi numeri (quasi un concerto al giorno per un anno di fila, roba da macchine da guerra), poi dalla doverosa testimonianza incisa nell'imprescindibile L.A.D. Un disco che proietta definitivamente i Maiden nel piano più alto del gota dell'HM, riuscendo non solo a confermare, ma a superare di slancio le aspettative riposte nella band, aspettative già enormi alla luce del disumano crescendo qualitativo fino a quel momento sintetizzato da P.o.M (erede di Number of the Beast...e ho detto tutto). Un lavoro che segna la fine della fase I dei Maiden, quella costante e vertiginosa crescita, rappresentandone il vertice di creatività incomparato. Disco del cuore...dopo Seventh Son. Ebbene si, sono anche io un " Seventhsoniano " come, vedo con piacere, essercene tanti: correva il 1988 e a un dodicenne cambiava la vita...
comunque mi state distraendo dalla mia peedissequa analisi della discografia dei rush - marillion e genesis in cui mi sono lanciato facendomi venire voglia di andarmi ad ascoltare un piece of mind qualsiasi cosa che ammetto non facevo da taaaaanto tempo
Ebbene si, sono anche io un " Seventhsoniano " come, vedo con piacere, essercene tanti: correva il 1988 e a un dodicenne cambiava la vita... Quando uscì 7th Son ero un 17enne di belle speranze, ero "metallaro" ormai da tempo, infettato da Made in Japan in cassetta, prestatomi da mio cugino. Nell'88 ero all'apice del delirio vanhaleniano e passavo ore ad esercitarmi sulle partiture di OU812. Ora che ci penso, anche quel disco (con le dovute differenze stilistiche) suona plastificato come 7th Son, ma allora era proprio una caratteristica dell'epoca! Tuttavia, anche contestualizzandolo e passando sopra a questa pecca ( o quella che a me sembra tale), per me rimane il primo disco della decadenza Maiden e del cantato di Dickinson. Ah, giusto per uscire definitivamente fuori tema: Janick Gers andrebbe interdetto dai palchi e dagli studi di registrazione di tutto il mondo.