Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:37 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WORLD OF FIRE (INTRO)
  2. WORLD OF FIRE
  3. NEVER FORGIVE NEVER FORGET
  4. KILL OR BE KILLED
  5. HEADS KICKED IN
  6. BEATEN SENSELESS
  7. MAKE MY STAND
  8. OPEN YOUR EYES
  9. PENALTY
  10. DEAT TO ME
  11. HALLOWED GROUND

Line up

  • Evan Seinfeld: vocals, bass
  • Billy Graziadei: guitars, vocals
  • Carmine: guitars
  • Danny Schuler: drums

Voto medio utenti

Il primo pensiero che mi viene in mente ascoltando 'Kill Or Be Killed', e che questo lavoro segue, ad un anno di distanza, l'ottimo album della rinascita del 4 piece, ovvero 'Uncivilization', non separandosi poi di molto dal suo predecessore, ma nel contempo riesce a spostarsi lontano anni luce dalla infima raccolta di B side uscita qualche mese fa. Questo platter aggredisce subito l'ascoltatore, spingendo globalmente molto sull’acceleratore e proponendo songs d'impatto e tempi sostenuti, e, nonostante che la produzione non sia delle migliori (magari passare da Andy Sneap piuttosto che prodursi l'album nei propri studios sarebbe una ideuzza niente male...), il cd graffia e pesta forte, riportando in alto il verbo dell'Hardcore Old School (ascoltate la title track o 'Beaten Senseless', 'Make My Sand' , 'Open Your Eyes' o ancora 'Penality' e poi ditemi che non vi viene in mente roba da 'State Of The World Address' o ancora più indietro, roba degli Agnostic Front) di derivazione piuttosto Metal e Sludge. Certo, non c'è che dire, il trademark del combo di Brooklyn è sempre lo stesso da 7 album a questa parte, ma la convinzione, il groove e la ruvidità delle songs contenute nel platter fanno passare questo fatto in secondo piano, spostando l'attenzione sull'impatto e sull'aggressione frontale che il dischetto produce. Niente di nuovo sotto il sole, dunque, ma un niente di nuovo globalmente piacevole...consigliato ai fans della band ed a chi si volesse avvicinare alla scena Hardcore passando da una delle band contemporanee che nel bene o nel male hanno lasciato un qualcosa ad un genere che attualmente sembra soffrire molto, almeno in fatto di idee e popolarità. Meglio del previsto.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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