Copertina 8

Info

Past
Genere:Prog Rock
Anno di uscita:1985
Durata:44 min.
Etichetta:Mercury

Tracklist

  1. THE BIG MONEY
  2. GRAND DESIGNS
  3. MANHATTAN PROJECT
  4. MARATHON
  5. TERRITORIES
  6. MIDDLETOWN DREAMS
  7. EMOTION DETECTOR
  8. MYSTIC RHYTHMS

Line up

  • Geddy Lee: bass, vocals
  • Alex Lifeson: guitars
  • Neil Peart: drums

Voto medio utenti

Dei Rush si è scritto di tutto e di più e non hanno certo bisogno di presentazioni, diciamo che per l'hard & heavy a connotati prog la genesi è: Rush anni '70, Queensryche anni '80 e Dream Theater anni '90 come gruppi guida.

Se nei primi album i Rush erano epigoni dei Led Zeppelin, già a partire da Caress Of Steel del '75 cominciano a delineare il sound prog futuristico della prima fase che verrà sublimato in 2112, dove il dinamismo sinfonico conduce a composizioni epiche.
Mentre con il doppio dal vivo All The World's Stage la band conquista molti sostenitori anche in Europa e chiude di fatto la prima era dei Rush.
A Farewell To King, registrato in Galles, già mostra un tenore differente: è data più enfasi ai modelli romantici e la colorazione strumentale è estesa a molte parti di sintetizzatore, che donano alla musica un carattere più misterioso, e questo processo continua anche su Hemispheres.
Con l'inizio degli anni ottanta i Rush danno l'addio allo stile sinfonico-cosmico. In Permanent Waves seguono la strada delle melodie ad ampio respiro, sebbene la tendenza verso un'organizzazione sinfonica non sia ancora scomparsa definitivamente. Il nuovo indirizzo prende forma e sostanza con un loro altro mega classico: Moving Pictures del 1981. Exit Stage Left chiude un'altra era per i Rush.

Nel 1982 con Signals cambiano ancora; ormai sono distanti dai loro caratteristici suoni hard rock, così come in Grace Under Pressure.
Così si arriva al 1985, anno in cui la metamorfosi della band è completata del tutto verso lidi marcatamente aor e per questo Power Windows è interessante e suona fresco ancora oggi, oltre ad essere il trampolino di lancio per Hold Your Fire, per alcuni addirittura superiore.
Il disco comincia col singolo Big Money ed è subito evidente che la grandeur estetizzante dei Rush è mutata attraverso un tecnicismo tecnologico tipico degli '80, se vogliamo come concetto non lontano da Owner Of A Lonely Heart degli Yes.
Manhattan Project, che diventerà un loro cavallo di battaglia in sede live, è un altro dei punti forti dell'album, ancora una volta di facile presa, malgrado la struttura non sia banale né convenzionale. Mystic Rhythms, come suggerisce il titolo, si sviluppa su una armonia molto particolare, che verrà poi ampliata in Hold Your Fire, con un atmospheric power davvero probante. Marathon è un altro brano vincente, costruito su un basso in prima linea che disegna una melodia senza tempo.

Power Windows è un'opera policroma da riscoprire, diverse sono le citazioni a questo album in ambito aor hi-tech nel corso degli anni '80.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 ott 2015 alle 15:49

Credo che Ennio conosca i dischi dei Rush meglio dei Rush. Ho detto tutto.

Inserito il 02 ott 2015 alle 15:30

Uno dei rari casi in cui la recensione merita la stessa dedizione che impone l'ascolto di un lavoro come Power Windows. Il lavoro lo conosco a memoria, ma se non fosse così, la recensione ne invoglia la scoperta: complimenti al bravissimo Ennio. Gimme more. AMV

Inserito il 02 ott 2015 alle 13:02

Grazie Marco, grazie davvero. Grazie a Voi, che ospitate noi utenti, in un rapporto di scambio e di condivisione davvero speciale. Ne approfitto per ribadire che scrivere senza scadenze, per puro gusto e per giunta solo di ciò che ci piace (e che conosciamo molto bene) è ovviamente molto più semplice. Il lavoro di un recensore come voi può essere molto più insidioso e complesso, va sempre ricordato. E soprattutto grazie ai Rush, che ci hanno regalato dischi come questo!

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