Copertina 7

Info

Past
Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2001
Durata:44 min.
Etichetta:Massacre Record

Tracklist

  1. OPERA DE ROMANCI - STARE
  2. EMBRACE
  3. WALK WITHOUT LIMBS
  4. OF YOUR BEAUTY
  5. DRINK THE MIDNIGHT HYMN
  6. MUSEUM OF ISCARIOT
  7. LAMENTING KISS
  8. WEEP FOR ME
  9. I SLEEP WITH THE EMPEROR
  10. A POET'S TEARS OF PORCELAIN

Line up

  • Rowan London: Vocals, Piano/keyboards
  • Samantha Escarbe: Lead Guitar
  • Craig Edis: Guitars, Vocals
  • Ian Miller: Bass, Vocals
  • Dino Cielo: Drums

Voto medio utenti

Dalla lontana Australia arrivano gli oscuri Virgin Black per "deliziare" le nostre orecchie con pò di sano e genuino dolore messo in musica. I nostri cinque ragazzotti infatti si propongono al grande pubblico con un lavoro che prende spunto da diversi tipi di sonorità, del dark elettronico al gotico al classico in stile Savatage più intimisti e oscuri. rielaborandole e assemblandole minuziosamente per dare vita a questo discreto album d'esordio. "Sombre Romantic" si apre con la voce del suo mentore e anima ispiratrice Rowan London a guidarci in un tunnel tetro e senza via d'uscita, un'architettura decadente che spesso richiama gli Anathema di "The Silent Enigma" e che non disdegna sporadici passaggi più violenti anche in chiave pseudo black, i quali ottengono l'effetto ditruttore di una mazza ferrata calata con forza sopra un delicato servizio di cristalli di valore. Ed è proprio al voce di Rowan il punto forte del disco, con le sua capacità di mutare registro, dal canto gregoriano alle scream di stampo estremo all'epicità notturna (in buona parte ispirata agli Iced Earth di "Burnt Offerings"), mentre degna di nota è anche la prova alla chitarra solista di Samantha Escarbe, forse non il massimo in fatto di pulizia sonora o tecnica esecutiva, ma sempre efficace nelle sue melodie ed in primo piano nelle sue frequenti apparizioni. Come non si può rimanere affascinati dai sette minuti abbondanti di "Museum of Iscariot", dove dei scarni e tristi arpeggi di chitarra acustica sorreggono Rowan e Samantha nella loro prova più convincente del disco, oppure dalla disperazione evocata dalle note iniziali di "Weep for me", oppure ancora dalla meravigliosa atmosfera epica evocata dalla conclusiva "A P oet's Tears of Porcelains", mentre purtroppo altri pezzi lasciano un pò il tempo che trovano, come le banali "Of your beauty" o "I sleep with the Emperor", con la loro componente black che stride clamorosamente con il resto del lavoro. In definitiva i Virgin Black si rivelano essere un gruppo che può avere un futuro, nonostante alcune cadute di livello, dei peccati di gioventù che possono essere superati con il tempo. Condoglianz....ehm auguri per il futuro...
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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