Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2020
Durata:42 min.
Etichetta:My Kingdom Music

Tracklist

  1. EXCEPT LOVE
  2. EARTHLESS CHILD
  3. THEORY OF X
  4. IMPERFECT UNIVERSE
  5. VOID WOR(L)D
  6. FUNERAL PT1
  7. FUNERAL PT2
  8. BLACK HOLE

Line up

  • Aria Moghaddam: vocals, guitars, piano
  • Mehdi 14CH: guitars

Voto medio utenti

"The Collage Tapes".
Un titolo del genere, per quanto privo di fascino, avrebbe quantomeno ingenerato, in virtù della sua sincerità, benevolenza nel povero recensore di turno.
Già, perché proprio quella di un informe collage privo di coerenza o identità è l’immagine che il debut dei Dark Matter ha materializzato innanzi ai miei stanchi occhi.
Forse la genesi operativa del disco avrebbe dovuto insospettirmi: si legge infatti nella bio che il mastermind Aria Moghaddam ed il chitarrista Mehdi 14CH, unici membri “fissi” della compagine, si sono circondati di guests nella realizzazione dell’album (cito ex multis Daniel Cavanagh degli Anathema, Thomas Helm degli Empyrium, Juuso Raatikainen degli Swallow The Sun e Fab Regmann degli Antimatter). Ognuno degli otto brani che compongono la tracklist, dunque, vede la comparsata di uno o più ospiti, i quali hanno registrato le proprie parti in ogni angolo del globo per poi inviarle ai fantomatici Dark Matter Home Studio per il mixing.
Niente di strano (o di male) di per sé, ed in effetti questo blando indizio di disomogeneità non aveva minimamente scalfito il mio ottimismo nei confronti del platter.
Mal me n’è incolto, perché purtroppo nei solchi di “Nebula to Black Hole” mi sono trovato a fronteggiare una sorta di affastellata compilation senza un filo conduttore stilistico in grado di tenere assieme composizioni che comunque, anche prese singolarmente, lasciano adito a più di una perplessità.

Giusto per fornirvi un’idea generale:
- dell'opening track, sorta di stucchevole spoken word in salsa esistenzialista, salvo giusto l'assolo di chitarra posto in coda;
- “Earthless Child” nasce con eterei gorgheggi femminili per poi perire in un generico metal strumentale senza arte né parte;
- “Theory of X” irrompe ex abrupto con un riff che sembra quello di “Postmortem” degli Slayer, con ampio utilizzo di stop and go e growling in semi-pig squeal;
- “Imperfect Universe” gioca l’originalissima carta delle female vocals d'impostazione operistica, che non sarebbero nemmeno male ma che vengono piazzate su un brano insipido oltre ogni dire;
- “Void Wor(l)d”, dal canto suo, suona come una estemporanea invocazione mistico-orientaleggiante alla Dead Can Dance;
- ci muoviamo di nuovo nell’alveo dell’ambient atmosferica con voce narrante in “Funeral Pt1”, traccia utile quanto un vinile degli Einstürzende Neubauten ad una festa delle medie;
- “Funeral Pt2” può venir rubricato come momento più positivo di “Nebula to Black Hole”, grazie ad un’elegante foggia gothic doom a cavallo tra Draconian e Swallow the Sun;
- “Black Hole”, da ultimo, cala il sipario con 9 minuti di polpettone darkeggiante di dialoghi sussurrati e tappeti di synth; da metà brano interviene il piano, ma la sostanza (o presunta tale) cambia ben poco.

Spiace, in tutta onestà, bocciare un progetto confezionato con evidente cura e passione, sulla carta molto intrigante e dalle notevoli velleità artistiche; d’altro canto, è sempre la bio ad indicare Anathema, Antimatter, Tool e Katatonia quali principali riferimenti dei Dark Matter. Paragoni che ci possono anche stare dal punto di vista del sound, ma che palesano in modo impietoso il gap qualitativo che separa le muse ispiratrici dai discepoli.
Un vero peccato.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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