ll gruppo death metal dal nome piu' poetico della storia torna alla ribalta con un lavoro che si eleva sopra la massa grazie a buone composizioni, una valida tecnica e una discreta registrazione ad opera di
Andy Classen.
Nulla che faccia gridare al miracolo s'intende,ma di questi tempi è gia molto.
Il quintetto in questione picchia che è un piacere, senza tuttavia mai spingere troppo l'acceleratore (anche se le velocità rimane elevata).
Il brutal deathmetal, termine che dapprima indicava un tipo di attitudine e di suono prettamente americano, degli olandesi infatti è piu' vicino al modo di concepire il genere come fanno i
Severe Torture o
Sinister piuttosto che, sempre per rimanere nella stessa area geografica, come fanno i Disawoved dal suono, velocità d'esecuzione e riff-o-rama molto piu' americano che europeo.
Rispetto ai primi lavori, i
Prostitute Disfigurement abbandonano il cantato rantolante del periodo "
Deeds of Derangement/Left in Grisly Fashion" (un must per gli amanti del "suino sgozzato") e le strutture piu' claustrofobiche di brani tipo "
She's not coming home tonight" (da Deeds Of Derangement) per un approccio piu' intelligibile e con una struttura dei brani piu' articolati e complessi, finalmente piu' simili ad una canzone che ad un susseguirsi di riff come accadeva nei precedenti lavori.
In definitiva un album pienamente al di sopra della sufficenza che tuttavia potrà scontentare i fans della prima ora.
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