Trovare un nome decente per una band oggigiorno è un'impresa sempre più disperata e questi giovinetti provenienti dalla Pennsylvania (USA) lo sanno bene; con un monicker orrido si presentano al grande pubblico con questo "
Monuments", un disco dedito a sonorità ormai abusate che rimandano a bands più affermate come
Misery Signals ed
August Burns Red, quindi una sorta di metalcore piuttosto intricato che si basa quasi interamente sull'impatto frontale di chitarre continuamente stoppate e ritmate e sulle vocals urlate e disperate di un singer (
Rick Armellino, anche qui coi nomi siamo messi male) al limite dell'umano.
Rispetto al solito i
This or the Apocalypse compiono una scelta coraggiosa, ovvero di non gettarsi a corpo morto in chorus mielosi ultra melodici, in quanto la violenza proposta è solo stemperata dall'ottimo lavoro della seconda chitarra che talvolta si inserisce nelle raffiche di violenza senza tregua, andando a disegnare piacevoli linee melodiche che fanno da contraltare al sempiterno martellare della band.
Sebbene siano all'esordio, i cinque statunitensi lasciano più di una buona impressione (al contrario dei loro colleghi e conterranei
Left to Vanish), dimostrando di sapersi bilanciare e barcamenare in un genere che ormai non ha più nulla da dire in quanto a novità e soluzioni, ma che chiede solamente di essere suonato bene (e ok, oggigiorno lo fanno quasi tutti) ed in composizioni decenti.
In questo "
Monuments" di pezzi validi, senza gridare al miracolo, ce ne sono diversi e questo non potrà che piacere a tutti i fans del genere che troveranno una buona fotocopia dei loro artisti preferiti già più o meno affermati.
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