(27 marzo 2021) Gli Obituary suonano le loro canzoni preferite in streaming!

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Provincia:non disponibile
Costo:15€
Mi rendo conto che sia quasi deprimente da scrivere e da leggere: al fenomeno dei Live show in streaming ci siamo ormai abituati, ne abbiamo discusso in tutte le salse, ne abbiamo visti di tutti tipi. Da concerti in chiese diroccate, palazzetti vuoti, sale prove, studi di registrazione, ogni musicista da casa propria, insomma la maggior parte delle soluzioni sono state sperimentate e discusse. Dopo un anno dallo scoppio di questo fenomeno non ci stupisce più niente, e gli Obituary sono la band che più di tutte ha cavalcato questo “trend”. Già a ottobre sembrava molto ambizioso voler fare 3 spettacoli, facendo pagare il biglietto 15$ l’uno. In quelle occasioni la band ha ben riposto la fiducia nei propri fan, sempre fedeli agli “Obituboys”: tutti e 3 gli show sono stati recepiti molto bene dal pubblico, in virtù degli oggettivi vantaggi di un live “a casa tua”, e dei prezzi non proibitivi e sicuramente giustificati.

Gli Obituary hanno voluto scommettere ancora, proponendo alle soglie del 2021 una nuova coppia di show: il primo (questo di cui vi parlo) in cui la band ha suonato dei pezzi un po’ random della propria discografia, il cui filo conduttore era solo l’amore per quei pezzi da parte dei musicisti. Il secondo, che si svolgerà il 3 aprile, vedrà l’esecuzione completa del classico “The End Complete”. I prezzi sono rimasti invariati, 15$ a concerto, con un bundle di 25$ per l’acquisto di entrambi, e altre combinazioni di bundle con dei gadget, come T-shirt o Long Sleeve.

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Il stio Obituarylive.com si presenta nel migliore dei modi, semplice, solido e fluido, una piattaforma creata ad hoc per l’occasione. La serata inizia bene.
Per colpa del cambio ora solare-ora legale lo streaming in europa inizia alle 22 e non alle 23, per fortuna la mia curiosità mi porta ad aprire la piattaforma prima del tempo, e non ho perso nemmeno mezzo minuto dello spettacolo, ma non sono sicuro che tutti gli spettatori europei abbiano avuto la mia fortuna.


Il tutto viene trasmesso da una sala prove casalinga, che mi sembra quasi una di quelle tavernette, una di quelle “safe zone” che gli uomini americani si creano in cantina o in soffitta per poter esprimere la propria pura identità, con tanto di collezione di caschi da baseball, pile di casse di birre, chitarre appese al muro, frigorifero, tavolo da biliardo e postazione pc (a cui è seduto un tecnico/regista).

I membri storici della band sono tutti scalzi, Andrews indossa gli occhiali da sole al chiuso e Butler sembra che si sia svegliato da 4 minuti. Ognuno si sistema con il proprio strumento, al proprio posto e il “concerto” parte con “Kill For Me”, il brano meno ambientalista di World Demise. Inizialmente il sound generale non è il massimo, ma entro la fine della canzone il tecnico prende le misure, ottimizza il mix e riesce ad aggiustare il suono in uscita, ma un leggero (per me fastidioso) delay tra l’audio e il video rimarrà per tutta la trasmissione.
Finita la canzone, salutano, ringraziano e attaccano con “Solid State”, sempre da World Demise. Prima della fine della canzone arrivano a sorpresa i due chitarristi dei Power Trip, Blake Ibanez e Nick Stewart, con in spalla una cassa di birra a testa. Grandi saluti, gli ospiti si siedono ad un tavolo e la band attacca con “On The Floor”, proseguono con “Back Inside” e “No”, dimostrando che per la scaletta non attingono solo dagli album degli anni ‘90 ma anche dal passato più recente. Finita “No” la band fa la prima pausa, leggendo qualche domanda e qualche commento direttamente dalla chat dal vivo, e la prossima canzone sarà scelta dal pubblico. Il pubblico è indeciso tra “Ten Thousand Ways to Die”, “Chopped In Half” e una cover dei Power Trip. In questa pausa di 11 minuti abbiamo visto una decina di volte i piedi di un Donald Tardy euforico, la nuova chitarra trasparente a coda di rondine di Kenny Andrews e un Trevor Peres urlare “Culooo” dopo che qualcuno ha letto un saluto dall’Italia. Il tutto strappa qualche risata, ma gli spettatori non hanno pagato per veder cazzeggiare 7 persone. SI riparte con la brevissima “Threatening Skies”, in cui, durante l’assolo, Andrews accende la chitarra di viola, una visione spiazzante. Procedono, per gioco, fermandosi dopo pochi secondi con “By The Light”, Peres e Andrews cedono le proprie chitarre agli ospiti, e riparte la canzone. Finita la canzone Andrews torna con dei leggins di Cause Of Death, una canotta ridicola e un cappello da Cow-boy super americano. Terry cede il basso a Andrews e si procede con una canzone dei Power Trip, “Executioner’s Tax (Swing Of The Axe)”, dopo di questa un sentito saluto a Riley Gale, cantante dei Power Trip scomparso l’anno scorso, e la formazione torna quella degli Obituary. Si susseguono “Back on Top”, “A Dying World” e, come ad ogni concerto della band sin dai primi anni, il concerto si conclude con “Slowly We Rot”. Durante tutto lo stream si alternano 8 inquadrature, sperando di dare un senso di dinamicità, il risultato è un po’ deludente, ma meglio di niente. La schermata finale è dedicata alla memoria del recentemente scomparso LG Petrov.

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Arriviamo alle conclusioni finali:
costo: 15$
durata complessiva: 1h e 26 minuti
canzoni: 12
sensazione finale: stanchezza e noia

Sicuramente si sono divertiti tutti come matti a fare questa cosa, si vede benissimo, hanno passato un bel pomeriggio tutti insieme e la sera avranno fatto una bellissima pizzata. Però io con tutta onestà sono arrivato alla fine deluso, mi aspettavo qualcosa di più professionale, più musica e meno chiacchiere. Sin dall’inizio del fenomeno dei gli show in streaming mi sono convinto che hanno senso quando fai qualcosa che non potresti fare in un live “tradizionale”. Passare il sabato sera a guardare a pagamento 7 amici che si divertono insieme, bevono e ogni tanto suonano, non era quello che mi aspettavo, né quello che avrei voluto.
Report a cura di Carlo Masoni

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