(21 gennaio 2023) Milady Metal Fest V edizione @ Arci Tom, Mantova

Info

Provincia:MN
Costo:20 euro
Continua con buon successo la storia del Milady Metal Fest, giunto alla quinta edizione. Quest'anno si è anche dimostrato più vario dell'ultima turnata, con band ondeggianti tra le heavy metal e sonorità più moderne. Il tutto si é svolto sempre all'Arci Tom di Mantova, locale che si presta sia per capienza che per impianto.

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L'oculatezza della scelta artistica si è vista, e sentita, chiaramente con gli headliner. Gli Illumishade si potrebbero definire degli illustri sconosciuti, almeno in Italia, nonostante alla voce annoverino Fabienne, cantante degli Eluvetie. La loro prova è stata perfetta, con protagonista proprio la bellissima front woman dalla voce cristallina, supportata da una band oliata in grado di far rendere al meglio la miscela. Il chitarrista in particolare dimostra una tecnica sopraffina, specie quando inseriscile improvvisamente assoli flash come quello di "Crystal Silence". La sua istrionicità si traduce in passaggi tipicamente power così come in approcci più prog e in ritmiche serrate in stile meshugghiano. In brani come la dolcissima "What i became" Fabienne si siede anche al piano, mettendo a nudo un'anima candida e una voce perfetta, punta di una comunicatività che la band possiede. Raramente si sente una tale coesione nonostante dicotomie apparente inconciliabili come la prestanza di una sezione ritmica così tosta e di approcci così melodici. Eppure qui la magia si é compiuta. Promossi a pieni voti.
Brase coerte.

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Così come promossi sono i Deathless Legacy, il cui immaginario é molto più debitore ai Death SS del nume tutelare Steve Sylvester. E così largo ad ambientazioni horror, e a un heavy metal che sposa anche musicalmente l'estetica, con le tastiere tenute saldamente tra le mani da Alex Van Eden a rendere più sinistro il tutto. Tastiere portatili, un po' in stile anni 80, a rendere ulteriormente dinamici gli spostamenti sul palco del quintetto. Non bastasse il vestiario, ad ogni canzone sale sul palco Revyla, che con performance è travestimenti ad hoc introduce gli spettatori nel mondo creato dalla band. L'inizio con "Ora pronobis", estratta dall'ultimo disco, è perfetto, in quanto incanala la potenza del gruppo accostandola a melodie catchy, che nel ritornello trovano la quadra perfetta. Le atmosfere horror sono rese ancor più incandescenti da una reale voglia di spaccare, come testimonia il drumming intenso di Frater Orion che, come la cantante Steva, c'è sin dai primi vagiti dei Deathless Legacy. E proprio la voce é ciliegina sulla torta, con il suo piglio deciso e sporco il giusto, accompagnata da movenze adeguate.
Demoniaci.

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Non meno spettacolari le maschere indossate dai Sick n Beautiful. Il gruppo ha un impatto scenico impressionante, tra vestiario personalizzato, intrusioni di una performer adeguate e i continui cambi di maschera della cantante. Ma non sono solo i suoi seni illuminati da led a illuminare l'esibizione che, seppur debitrice a quanto già fatto da Rob Zombie, acquisisce sfumature industrial. Infatti l'atmosfera é proprio scura e sinistra, così come le luci che illuminano il palco con discontinuità. A dire il vero la proposta musicale convince solo fino ad un certo punto, ancor più se confrontata con quella dei due gruppi successivi. Rispetto a loro le pur buone doti tecniche sfigurano leggermente, e anche a livello compositivo non ci sono sussulti particolari. Chiarisco: niente di drammatico ma il livello mi è parso differente.
Belli e impossibili.

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Se sulla carta lo show acustico di Nicoletta Rosellini, cantante dei Kalidia, poteva sembrare interessante, dal vivo si è dimostrato piuttosto deludente. Che la cantante toscana abbia una voce gradevole e adeguata di interpretare le sonorità power della band per cui è conosciuta è lapalissiano, che riesca a donare adeguato pathos in veste acustica meno. Tanto piú che il comparto sonoro del palchetto approntato per l'occasione non ha certamente impressionato. Nello specifico la chitarra acustica, che ha accompagnato la Rosellini, aveva ben poco volume e questo ha dato l'impressione di una mancanza musicale notevole. A rafforzare i dubbi la vocalità fin troppo naturale della cantante, con la sensazione vissuta dai più che la stessa fosse ben poco amplificata. Peccato che ci siano state queste carenze tecniche, ma sicuramente si tratta solo di un piccolo inciampo in quanto già durante la scorsa edizione la cantante toscana con i suoi Kalidia aveva dato una prova all'altezza della fama.
Pallottola spuntata.

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Un cenno lo faccio anche per i Revenience, di cui ho potuto vedere l'ultimo paio di canzoni. Se l'estetica è molto meno curata rispetto a quella dei successivi act, musicalmente i ragazzi sanno dire la loro con un approccio prog molto melodico e con tendenze gothic che trova nella voce della simpatica Debora l'interprete perfetta. La ragazza sa cosa vuole e lo comunica bene, usando la voce con un bel controllo. Ennesimo esempio di come le orecchie degli organizzatori siano ben aperte nel riconoscere il talento. Ma lo sono anche le braccia, che con impegno hanno organizzato questa riuscita edizione del Milady Metal Fest. Lunga vita!
Sboccianti.

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Report a cura di Bomma

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