Heimdall.. oltre il Ponte dell'Arcobaleno.

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Gruppo:Heimdall

Dopo una lunga pausa "Aeneid" ha concretizzato il ritorno sulle scene degli Heimdall, ed ecco che torna a scambiare qualche impressione con noi anche il loro chitarrista, ma anche anima e cuore del gruppo, Fabio Calluori. Non ci resta che attraversare il … il ponte dell'arcobaleno.

Partirei dalle motivazioni che vi hanno spinto a rimettervi in gioco con "Aeneid", dopo quasi nove anni da "Hard as Iron"...
Semplicemente la passione per la band e per l’heavy metal! Vedi per me gli Heimdall hanno sempre rappresentato qualcosa di speciale… nei cinque album pubblicati finora c’è parte della mia vita e della mia crescita come musicista e come persona… in quelle canzoni, in quei testi ci sono quasi 20 anni visto che la band è nata nel 94! In fondo non ho mai considerato la band definitivamente sciolta, aspettavo il momento giusto e le persone giuste per ricominciare visto che abbiamo ancora tanto da dare!! Inoltre ho sempre sentito grande affetto e supporto in questi anni di silenzio ed anche questo è stato un elemento molto importante per noi.
Ma cosa era successo dopo "Hard as Iron", come mai questa lunga pausa e soprattutto, nel frattempo quali sono state le valvole di sfogo per le vostra passione musicale?
Dopo "Hard as Iron", pubblicato nel 2004, ci siamo dedicati alla promozione del cd con interviste e concerti e nel frattempo abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni e quindi il concept sull’Eneide. Nel 2006 siamo entrati in studio e abbiamo registrato gran parte della sezione strumentale dei brani nuovi. Nel frattempo per ragioni musicali ci siamo separati da Giacomo, il cantante di ‘The Almighty’ e "Hard as Iron", ed abbiamo iniziato la ricerca di un nuovo cantante perdendo per questo moltissimo tempo. Abbiamo provato diversi cantanti ma alla fine abbiamo contattato un nostro amico, Tony D’Alessio (ex Scenario), che inizialmente si è occupato di tutte le vocals e dei cori. Purtroppo per varie ragioni personali, alcuni componenti della band si sono allontanati e così alla fine abbiamo deciso di fermarci anche perché Tony, per motivi personali, non poteva rimanere con noi. Devo dire però che, anche se a fasi alterne, ho continuato a lavorare sulle composizioni nuove consapevole che prima o poi avrei pubblicato l’album… onestamente sarebbe stato un peccato non pubblicare mai Aeneid!
Naturalmente negli anni seguenti ho continuato a suonare, anche se ho deciso di concentrarmi maggiormente sul mio studio di registrazione, i Sonic Temple (www.sonictemple.it). In questo periodo ho rimesso su la mia precedente band From Depths con mio fratello Nicolas con cui abbiamo registrato un paio di ep e nel 2010 ho iniziato a lavorare ad un progetto Hard Rock, i Beautiful Monster, con mio fratello e Gandolfo Ferro (l’attuale singer degli Heimdall) e devo dire che ci siamo divertiti un casino a suonare insieme. Sempre nel 2010, sono diventato papà di un bellissimo maschietto e quindi ho capito che stavo diventando vecchio ahahah e che era ora di darmi nuovamente una mossa e di ricominciare a suonare con gli Heimdall per continuare il discorso interrotto nel 2007. Ho richiamato Carmelo che ha accettato subito, mentre Sergio (key) e Giovanni (bass) hanno deciso di non seguirci in questa nuova avventura. Così abbiamo contattato un nostro amico Umberto Parisi, un chitarrista molto talentuoso nonché un ottimo tastierista. Nel 2011 abbiamo ripreso a suonare regolarmente e così dopo alcune date abbiamo ricominciato a lavorare sul cd. Nel frattempo Daniel Pastore (bass) si è unito alla band. Abbiamo realizzato un promo per gli addetti ai lavori che ci ha portato a firmare un nuovo contratto con la Scarlet records (già nostra label nei nostri due precedenti lavori) che ha pubblicato Aeneid nel Febbraio del 2013.
Come ho già fatto scritto nella mia recensione di "Aeneid", questo album è "... un concept dove la mitologia norrena... cede il passo alla letteratura latina... ", perché avete deciso di sviluppare proprio sul disco sull'opera di Virgilio?
In realtà, la mitologia nordica è presente in maniera massiccia solo nel debutto, ‘Lord of the Sky’, con un concept dedicato interamente alla figura del dio Heimdall. Nel secondo album, ‘The Temple of theil’, abbiamo deciso di creare una storia tutta nostra e già lì c’erano dei riferimenti alla nostra cultura in particolare all’opera del Tasso oltre ad alcuni accenni alla mitologia greca. Quindi non è la prima volta che l'influenza della nostra cultura torna nei nostri cd.
Perché l’opera di Virgilio? Innanzitutto perché è un libro che ho sempre amato fin da quando ero ragazzo, poi perché volevo scrivere qualcosa di imponente e qualcosa che ci potesse contraddistinguere nel panorama metal visto che mai nessuno prima d’ora ha dedicato a quest’opera e alle origini della nostra cultura latino-romana un intero concept album. Naturalmente c’è anche del mio nelle lyrics e nella scelta dei momenti da celebrare. Pertanto ho riaffrontato molti argomenti già presenti nei precedenti album come la ricerca, il viaggio, la perdita, il distacco, l’aspirazione a qualcosa che spesso risulta irraggiungibile oltre ad ambientazioni e tematiche ‘battagliere’. In 'Ballad of the Queen' ad esempio parlo degli ultimi attimi della vita di Didone che, innamorata ma abbandonata da Enea, maledice l'eroe troiano e la sua stirpe, prima di togliersi la vita… la perdita di qualcuno che amiamo profondamente ci può portare alla follia… In 'Underworld', invece, parlo della discesa di Enea nel mondo dei morti e dell'incontro con l'amato padre Anchise che predice al figlio il suo glorioso futuro. Ma il testo vuole sottolineare soprattutto l’importanza e il bisogno, nei momenti più bui, di qualcuno a cui affidarci. Nella band alcuni non hanno più il papà ed è a loro che ho dedicato questa song… Poi ci sono song più ‘battagliere’ come ‘All of Us’, ‘Gates of War’ e la conclusiva ‘The Last Act’ che celebra lo scontro decisivo e conclusivo tra Enea ed il suo nemico Turnus.
Si tratta di canzoni che erano già state abbozzate in passato? Quale è stato l'iter compositivo?
Si, come ti ho già anticipato, tutte le canzoni (tranne la strumentale ‘Funeral Song’) sono state scritte dopo "Hard as Iron", nell’arco di un anno e mezzo. Escludendo la strumentale e l’intro, sono stato io che mi sono occupato della composizione dei pezzi sia musicalmente che liricamente. L’iter è bene o male sempre lo stesso… parto da un’idea, che può essere un riff di chitarra o una melodia, compongo tutta la canzone e porto il risultato agli altri e poi insieme ci dedichiamo agli arrangiamenti o ad eventuali modifiche.
Per quanto riguarda i testi, devo dire che il lavoro è stato abbastanza complesso perché l’Eneide è un poema molto lungo e articolato. Man mano che procedevo con la composizione delle musiche cercavo di immaginarmi anche gli argomenti da celebrare nelle lyrics. Volevo che "Aeneid" fosse un’unica coinvolgente esperienza dove tutto doveva essere legato all’atmosfera del concept! Inoltre ho deciso di inserire nel booklet delle lunghe parti descrittive che riassumono tutti i momenti salienti del Poema proprio per spiegare all’ascoltatore tutta la storia ed anche questo mi ha portato via tantissimo tempo.
E le registrazioni?
La produzione di "Aeneid" è stata curata dal sottoscritto e le registrazioni sono avvenute nei miei studi, così come il missaggio, mentre per il mastering ci siamo rivolti al grande Achim Koehler, già famoso per aver lavorato con Primal Fear, Sinner e molti altri, che ha svolto un lavoro eccellente! Devo dire che il lavoro in studio non è stato semplice anche perché il tutto si è svolto in più riprese. Abbiamo iniziato a registrare nel 2006, ma l’album è stato messo in stand-by dopo lo split con Giacomo. Ho ripreso a lavorarci seriamente tra il 2007 e il 2008 ed infine nel 2012 dopo che abbiamo ricominciato a suonare, riregistrando alcune tracce e aggiungendo nuove parti e nuovi arrangiamenti anche grazie al supporto dei nuovi componenti della band.
Se "Aeneid" fosse uscito sei / sette anni fa, quanto sarebbe stato diverso dalla sua attuale "incarnazione"?
Le differenze principali riguardano la scelta dei suoni e l’aggiunta di alcuni arrangiamenti di chitarra e di tastiera come ad esempio nell’intro di ‘Forced by Fate’ che è stato arricchito e reso più epico grazie al contributo di Umberto o come negli stacchi orchestrali presenti in ‘Save You’ e in ‘Last Act’. Per la prima volta abbiamo utilizzato degli strumenti acustici come violini, banjo, mandolino e whistle che inizialmente non erano previsti. Poi ovviamente le vocals… Gandolfo ha dato un grande contributo - nonostante le lyrics e le linee melodiche fossero già pronte - modificando alcune parti e aggiungendo in alcuni casi dei passaggi totalmente nuovi, come nel break centrale di ‘Hero’ o come nei finale di ‘Forced by Fate’, ‘All of Us’ e ‘Waiting for the Dawn’, donando grande dinamismo ai brani.
Al disco hanno preso parte degli special guests?
Si, innanzitutto è doveroso dire che in "Aeneid" il contributo degli ex membri della band è stato fondamentale perché le parti di batteria e di basso sono state suonate rispettivamente da Enrico (già presente in "Hard as Iron") e Giovanni Canu (bassista di tutti i precedenti lavori), mentre le parti di tastiera e piano sono state suonate da Sergio Duccilli (anch’egli presente in tutti i lavori precedenti tranne ‘Lord of the Sky’), anche se in seguito i passaggi orchestrali sono stati arricchiti e riarrangiati da Umberto. Inoltre vorrei sottolineare l’ottimo lavoro svolto da Tony D’Alessio che si è occupato della maggior parte dei cori! Poi abbiamo due guest, due musicisti molto bravi di Salerno, nonché nostri amici: Filippo Falivene, chitarrista classico, che si è occupato delle chitarre classiche in ‘Ballad of the Queen’ e Osvaldo Costabile, che suona con Umberto in un progetto folk, che ha suonato i violini in ‘Forced By Fate’.
Guardando al passato, ti ricordi ancora perché avevate scelto come monicker proprio Heimdall... passione per la già citata mitologia nordica o che?
All’epoca, quando abbiamo iniziato nel '94, volevamo un nome epico e potente come la musica che suoniamo ed inoltre abbiamo sempre apprezzato molto la storia, le antiche leggende e le diverse mitologie tra cui anche quella nordica ovviamente. La scelta del nome è caduta su Heimdall semplicemente perché abbiamo sempre apprezzato la figura di questo dio nordico, ciò che rappresenta (è il guardiano del ponte Bifrost che lega il mondo divino a quello umano) ed il suono del suo nome.
Visto che siamo tornati indietro nel tempo, negli anni la vostra line-up ha subito diversi cambiamenti, e senza nulla togliere agli altri musicisti che si sono succeduti, mi soffermerei sui tre cantanti che hanno caratterizzato gli Heimdall. Hai voglia di spendere due parole su ognuno di loro?
Certamente!!
Claudio Gallo...
Un vero metallaro!! Un cantante con una voce molto particolare, dal timbro caldo ma anche dotato di un bel falsetto! Dal vivo poi, aveva carisma da vendere…un ottimo trascinatore!
Giacomo Mercaldo...
Anche lui ha un timbro molto particolare e profondo visto che è un baritono. Poi va detto che tecnicamente Giacomo è veramente molto bravo, nei due album che ha cantato si è occupato anche della realizzazione dei cori.
... Gandolfo Ferro.
Gandolfo è decisamente differente dai suoi predecessori, ha un’estensione piuttosto ampia passando da passaggi più bassi e gravi (vedi Gates of War) a note acute. Il suo timbro è sicuramente più graffiante ed aggressivo. Quello che mi piace molto di Gandolfo è che esplosivo e molto espressivo, capace di donare ai pezzi il giusto pathos ma anche la giusta ‘cattiveria’ dove necessaria.
Mi sembra comunque altrettanto interessante esplorare la formazione attuale...
Certamente… ok partiamo da me e Carmelo (chitarra) che siamo gli unici componenti ad essere presenti in tutti gli album! A proposito di Carmelo è doveroso sottolineare che il 90% dei solo sono opera sua. Poi abbiamo nuovamente mio fratello Nicolas alla batteria che aveva suonato sul debutto e su ‘The Almighty’ ed è stato con me il fondatore della band. Per quanto riguarda i nuovi entrati, oltre a Gandolfo di cui già abbiamo parlato, abbiamo alla terza chitarra e alle tastiere, Umberto Parisi, un vero e proprio talento… inoltre è un polistrumentista… il mandolino ed il banjo in Gates of War sono opera sua così come i violini in ‘Save you’. Infine c’è Daniel Pastore al basso, l’ultimo arrivato in ordine cronologico, che è il componente più giovane della band anche se vanta già un’ottima esperienza alle spalle.
Potremo vedervi dal vivo?
Stiamo in contatto per partecipare ad alcuni festival questa estate e inoltre stiamo organizzando alcune date da headliner nei prossimi mesi. Quanto a un tour europeo onestamente non lo so… se capiterà qualche bella occasione vedremo di approfittarne.
Ricordo di avervi visto un sacco di anni fa a Milano, a supporto degli Shaman, una bella esperienza, vero? Nel corso della vostra carriera, quali sono stati i momenti più felici e quelli che invece vorresti dimenticare?
Si, ho un bellissimo ricordo di quella serata, fu sicuramente una bella esperienza e ricordo che Matos e in generale gli Shaman si dimostrarono veramente delle belle persone.
Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda ho veramente tanti bei ricordi legati agli Heimdall. Sicuramente il periodo iniziale è stato eccezionale… la notizia del primo contratto, la pubblicazione di ‘Lord of the Sky’, le interviste con i principali magazine mondiali, le lettere dei fans da tutte le parti del mondo! Si respirava un’atmosfera speciale e c’era tantissimo entusiasmo attorno alla band e alla scena italiana in generale. Poi ricordo con piacere il tour con i Labyrinth - che ci portò a suonare per la prima volta in posti importanti come il palazzetto di Roma, l’Auditorium di Firenze ecc – e il grande successo in Giappone.
I momenti da dimenticare? Sicuramente tutti i cambi di line up che abbiamo avuto da quando è nata la band, sia perché ci hanno rallentato facendoci perdere anche alcune ottime occasioni live, e sia perché da un punto di vista umano alcuni split sono stati piuttosto dolorosi.
Cosa volete dire invece in conclusione?
Innanzitutto grazie mille per la bellissima recensione e per l’intervista! Un ringraziamento speciale va anche a tutte quelle persone che attendevano da anni "Aeneid" e che hanno continuato a seguirci in questi anni di silenzio e a tutti coloro che ci stanno inviando messaggi di supporto e affetto! Per tutti gli altri naturalmente un invito ad ascoltare ‘Aeneid’ un cd dalla grande atmosfera epica e ricco di ottime song!! Seguiteci attraverso il nostro sito ufficiale www.heimdallband.com e sulla nostra pagina Facebook www.facebook.com/heimdallofficial per tutte le news sulla band!!
Glory and honor to you ALL!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 mag 2013 alle 22:42

Ottima intervista ricca di spunti interessanti! Fabio è un buon conversatore.

Inserito il 14 mag 2013 alle 09:27

grande Fabio, un album davvero bello e più meritevole di certe attese accozzaglie (vedasi Stratovarius...)