Bloodtruth, nuova brutale realtà italiana!

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Gruppo:Bloodtruth

Ultimi arrivati nella sempre più prestigiosa scena death metal italiana, i Bloodtruth dimostrano di avere le idee molto chiare sulla direzione da intraprendere. Obedience è il loro debutto discografico, Stefano (chitarra) e Luigi (voce) ci raccontano tutto sulla sua realizzazione, sulle caratteristiche della band e sul rapporto con amici e colleghi di headbanging. Buona lettura!

Ciao ragazzi, parliamo subito di voi in modo da presentarvi ai nostri lettori. Il vostro primo demo è del 2012 mentre oggi siete già approdati ad un full lenght sotto Unique Leader. So però che la band si è formata anni prima con membri dei Fleshgod Apocalypse, spiegaci come stanno le cose.
Stefano: Ciao! Si, la band si è formata nel 2009 e comprendeva me, Stefano, alla chitarra, Francesco Paoli alla batteria e Paolo Rossi a basso e voce. Se non ricordo male, era da poco uscito Oracles e Francesco iniziava a registrare le parti di batteria per le due tracce del nostro demo. Subito dopo i Fleshgod Apocalypse partirono in tour, a registrazioni non ultimate, per cui fummo costretti a fermare tutto e rimandare a momenti più tranquilli. Nessuno poteva prevedere quanto lavoro avrebbero avuto da fare da quel momento in poi! Il progetto finì in stand-by, fino al 2011 e al mio incontro con Giacomo Torti (batteria) e Riccardo Rogari (basso). Iniziammo a provare insieme e subito dopo si unì Luigi Valenti (voce). Non eravamo assolutamente in confidenza (esclusi Luigi e Riccardo) ma da subito abbiamo iniziato a lavorare duro, a capirci al volo e a produrre materiale.
Obedience è stato realizzato in modo super professionale: registrato presso i Sonic Hammer Studios e mixato dal grande Stefano Morabito nei suoi 16th Cellars Studios. Ci tenevate a debuttare con un prodotto tecnicamente perfetto? Soddisfatti del risultato?
Luigi: Assolutamente sì! Stefano è un mago nel saper interpretare le idee di sound di un gruppo e renderle effettive nel mixaggio ed anche Francesco Paoli e Cristiano Trionfera ai Sonic Hammer ci hanno permesso di ottenere delle registrazioni al top, che sono una base di partenza fondamentale. Crediamo fermanente che di questi tempi la qualità audio di un disco debba essere un fattore sul quale non si può risparmiare né tempo né energie; lo standard qualitativo della scena in generale è diventato altissimo, e un prodotto non al top, soprattutto per noi che siamo gli ultimi arrivati, avrebbe rischiato di essere veramente controproducente.
La musica contenuta in Obedience è un death metal altamente tecnico, figlio soprattutto della scena americana degli ultimi 10 anni, ma con qualcosa degli anni '90. Spiegateci meglio le vostre influenze.
Stefano: Il fatto che Obedience abbia queste influenze è dovuto principalmente alla fusione del mio lavoro con quello di Riccardo (basso); in effetti la maggior parte della composizione musicale, riff e costruzione del pezzo, proviene da noi. C’è una grossa differenza di età: io ho 37 anni, Riccardo 24. Io provengo dalla scena death metal della fine anni ‘90, per cui mi porto per forza dietro quelle sonorità, pur se “aggiornate”. Riccardo ha una vastissima cultura musicale nell’ambito death metal e, ovviamente, vede tutto in chiave più moderna. Con il gruppo si è pensato che poteva essere la nostra arma vincente, unire il nuovo con il vecchio…. sembra che funzioni.
Tra la pioggia di note che ci travolge durante l'ascolto spuntano, ad un certo punto, canti gregoriani. La prima canzone, scorrendo la playlist è Supporating of Deception, ma la successiva Coerced to Serve inizia proprio con una messa, poi succede ancora con Summoning the Heretics. Confesso di avere spalancato gli occhi e, fissando il vuoto, mi sono chiesto: "ma cosa succede?!". Spiegateci un po' questa vostra "caratteristica".
Stefano: I canti gregoriani fanno parte integrante del concept di Obedience e del “marchio Bloodtruth”. In pratica, l’idea che abbiamo voluto dare nel full è quella di entrare in un monastero e prendere tutti a schiaffi! Diverse band ad oggi utilizzano canti gregoriani nei loro pezzi ma l’utilizzo che ne abbiamo voluto fare è notevolmente più intenso e con l’obiettivo di poter ferire il nemico con la sua stessa arma. Oltretutto, viste le nostre origini umbre, è obbligatoriamente un nostro bagaglio culturale che ci portiamo dietro e che abbiamo voluto sfruttare.
Avete registrato in studio anche queste parti? Vi siete avvalsi di un vero coro?
Luigi: Sì le parti sono state registrate in studio da Cesare Capaccioni, a mio avviso uno dei migliori cantanti del centro Italia, che ha creato un coro con diverse sovraincisioni. Inizialmente l’idea era di registrare un vero e proprio coro all’interno di una piccola chiesa vicino, per poter riprendere anche l’ambiente naturale nelle registrazioni, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare un gruppo di persone adeguato. Tuttavia siamo assolutamente soddisfatti di come Cesare sia comunque riuscito a rendere perfettamente l’idea che avevamo in testa.
Anche l'artwork è molto curato e sembra avere un tema che lo collega ai titoli delle canzoni. Canzoni che, al contrario dei canti gregoriani di cui abbiamo appena parlato, non sembrano avere testi adattissimi ad essere cantati in una chiesa la domenica alle 11. Qual'è la vostra visione della religione? C'è un concept dietro ad Obedience?
Luigi: Siamo partiti con l’idea di creare un concept che si collegasse anche al nome del gruppo sin dall’inizio. Obedience è diviso in tre “Liber”, tutti trattanti un particolare aspetto (nell’ ordine: sociale, filosofico, storico) dello stesso tema, ovvero la descrizione e condanna di quelle situazioni in cui la chiesa ha usato la forza e sparso molto sangue per poter mantenere ed espandere la sua egemonia (come la Crociata dei Perdenti del 1059 o il rogo di Giordano Bruno, di cui parla la title-track); Il titolo prende spunto da una delle tre regole dell’ordine monastico, che è anche quella che più severamente viene punita, se non seguita. La religione è la causa (o la scusa) di tutto quello che viene descritto dentro Obedience, ogni pezzo va immaginato come se prendessimo uno di quei monaci per la collottola e gli si urlasse in faccia tutto quello che hanno fatto, mettendoli di fronte alla loro ipocrisia(come ha anche detto stefano, anche qualche bel ceffone correttivo non sarebbe male); dal nostro punto di vista, ogni religione è un male e va estirpata, qualunque essa sia.
Siete tutti musicisti molto preparati ma spicca il disumano lavoro di Giacomo Torti (batterista) e quello di Riccardo Rogari (bassista) che, nel video di Summonng The Heretics si lancia addirittura in arpeggi sweep sul basso. Avete frequentato scuole di musica o siete autodidatti? Avete anche altre band dove potete sfogare la vostra musica?
Luigi: Sia Giacomo che Riccardo hanno iniziato a prendere lezioni individuali dall’età di circa 13-14 anni, per poi continuare il loro studio autonomamente; Stefano è sicuramente il più navigato in fatto di esperienza musicale e si può dire che abbia fatto tutto da autodidatta, mentre io ho cominciato a cantare a 14 anni, quando nella mia prima band serviva un cantante e non riuscivamo a trovarlo. Quando abbiamo iniziato questo progetto, tutti a parte Stefano avevano anche altre band, tuttavia con il passare del tempo e l’aumento degli impegni abbiamo deciso di concentrarci sui Bloodtruth prima di tutto, così ora solo Giacomo ha anche un altro progetto heavy metal, gli Steel Crow.
Dall'inizio del 2000 diverse band italiane (Hour of Penance e Antropofagus in testa) hanno contribuito a creare, piano piano, una scena nostrana che oggi può contare su tanti gruppi che propongono death metal tecnico e brutale di ottima qualità. Questa ondata di band brutali è stata notata anche all'estero e si è cominciato a parlare di "scena", di "tipico death metal italiano" ed anche la Unique Leader (etichetta specializzata in questo settore) se n'è accorta, venendo a scegliere qui gruppi per allargare il proprio roaster. Cosa ne pensate? In che rapporti siete con le altre band?
Stefano: Il rapporto con tutte le band italiane è più che ottimo, in particolare con i due nomi che hai menzionato: Hour of Penance e Antropofagus. Con i primi siamo in contatto stretto da tantissimi anni, con i secondi abbiamo suonato a Lodi al Bleeding Ear Deathfest e ci stiamo imbarcando insieme nel Brutality Over Europe Tour (oltre ad essere loro fan sfegatato dai tempi di No Wast of Flesh, la cui copia originale detengo gelosamente nella mia collezione privata di cd). Poter essere menzionati come parte della “scena italiana” che definisci, è veramente un onore. Ci sono band attualmente in Italia i cui nomi mettono veramente paura, aggiungendo ai precedenti gli amici e compagni di label Hideous Divinity, Septycal Gorge, Putridity, Devangelic, Xenomorphic Contamination, ecc... In effetti il suono che è uscito dai dischi italiani degli ultimi anni si è abbastanza uniformato, un pò come successe in Florida negli anni ‘90, portandolo ad una facile identificazione e comunque ad una qualità elevatissima che tutto il mondo ci riconosce. A mio parere, non può essere che positivo. Da sempre queste sonorità sono piaciute ad Erik (Deeds of Flesh/Unique Leader Rec.), con il quale siamo entrati in contatto circa due anni fa e, dopo una lunga trattativa dove abbiamo veramente dimostrato tutta la nostra fedeltà al “marchio”, siamo venuti ad un accordo che ci lega a loro per due full-lenght. Lavorare con Erik è una lezione di vita quotidiana: ci siamo resi conto che il nostro hobby è diventato veramente un lavoro, un impegno serio, dove non devi farti problemi ad alzarti alle 3.00 di mattina per rispondere immediatamente ad una email.
Come stanno andando le cose sotto l'aspetto dei live show? Si trovano spazi per suonare? Mentre rispondete a queste domande siete/state per andare in tour vero?
Luigi: Stiamo organizzando quante più date possibili per fine 2014 e tutto il 2015 in modo da poter promuovere Obedience adeguatamente; al momento sì, siamo in partenza per un tour nel centro e nord Europa assieme ad Antropofagus e Devangelic, poi ad ottobre saremo all’Urban di Perugia come supporto ai Fleshgod Apocalypse per il nostro primo relase party in Italia, che continuerà a novembre al Traffic di Roma assieme ai CorpseFucking Art.
È tutto, grazie della chiacchierata! Congedatevi come preferite, mentre noi vi auguriamo un grosso in bocca al lupo!
Stefano: Grazie a voi per la grande opportunità che ci avete concesso! Per ora ringraziamo tutte le persone che ci hanno aiutato e supportato, sia fisicamente (abbiamo veramente amici che ci aiutano giornalmente, anche rinunciando a ore di sonno), che acquistando Obedience ed il nostro merch su bloodtruth.bigcartel.com. Ringraziamo anche tutti gli endorser che stanno credendo in noi e che ci stanno aiutando e supportando in tutti i modi possibili. Ora dobbiamo lasciarvi, le valige e gli scatoloni ci stanno chiamando e tra poco dovremo caricare tutto sul van per il nostro primo tour europeo. Incrociamo le dita e STAY BRUTAL!!!!

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Intervista a cura di Francesco Frank Gozzi

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