Outrider: su e giù da un palco (Gibbo, guitars)

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La scena nostrana è viva e vegeta, per cui sarebbe davvero un peccato non dare spazio alle nuove proposte più promettenti. Eccovi allora gli Outrider, pronti a introdurre il loro debutto "Foundations"...

Ciao ragazzi e benvenuti sulle nostre pagine virtuali! Ormai il disco è uscito da qualche mese, sta piacendo?
Ciao e grazie per questo spazio! Sì, il disco in generale sta piacendo sia alla critica che al pubblico, il responso è sempre positivo sia per quanto riguarda la qualità delle composizioni, sia per i suoni. Per essere il nostro debutto siamo davvero molto contenti.
Come mai è passato tanto tempo dalla vostra formazione alla release di "Foundations"?
Dal 2008 a oggi abbiamo un po’ cercato la nostra strada, suonando in giro e producendo qualche demo. Siamo partiti con un sound tipicamente hard rock, molto "anni ottanta", ma non era il medium migliore per il nostro messaggio. Diciamo che prima di lanciarci nella realizzazione del disco, volevamo essere sicuri di poterci esprimere al meglio.
Navigando in rete ho letto che avete ricevuto - giustamente - molti complimenti per la produzione dell'album. Ma qualcuno vi ha chiesto di cosa parlano i testi?
Sì, non è un aspetto che passa inosservato e ci sono alcuni brani sul disco i cui testi suscitano abbastanza curiosità; quello che incuriosisce di più probabilmente è “A Tale From The Land”, che è un adattamento di una favola tradizionale del Trentino.
Io ho fatto fatica a "digerire" l'etichetta hard rock ascoltando "Foundations". Come descrivereste la vostra musica?
In effetti, non siamo molto portati per le classificazioni! La nostra musica è un mix di rock e metal, una buona dose di melodia e qualche “idea” presa in prestito da generi più estremi. In generale, è una musica energica.

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C'è qualche album di riferimento/ispirazione senza il quale "Foundations" non avrebbe mai visto la luce?
Ciascuno di noi Outrider è legato a dischi particolari, dei generi più disparati. Personalmente nel periodo in cui stavamo scrivendo i pezzi ascoltavo per lo più "Kill’em All" dei Metallica, "NOLA" dei Down, "Omertà" degli Adrenaline Mob e "Aggressive" dei Beartooth.
Come siete arrivati alla Sleaszy Rider Records?
Eravamo alla ricerca di una label interessata a una band italiana, ma che potesse darci anche della visibilità oltre confine. Sleaszy Rider Records corrisponde perfettamente alla descrizione perché lavora, tra le altre, con molte band italiane di rilievo. L’accordo era quasi “naturale”.
Dite di essere molto legati all'aspetto live della musica. Riuscite a suonare quanto vorreste? È davvero così difficile trovare palchi "adeguati" dalle nostre parti?
Suonare live è fondamentale e per noi stare davanti al pubblico è la parte più divertente. Purtroppo le situazioni per farlo non sono moltissime e, forse, più che un problema di palchi è un problema di attitudine in generale. La sensazione è che in termini di “interesse” in pochi vogliano investire sulle proposte locali - mi riferisco prima di tutto al pubblico e, di conseguenza, a chi amministra i pochi palchi rimasti.
State pensando di proporre la vostra musica anche all'estero?
Sicuramente sì, l’album è già disponibile anche all’estero proprio grazie a Sleaszy Rider Records. Ci stiamo muovendo anche per organizzare qualche data fuori dall’Italia.
La scena milanese/lombarda è notoriamente molto attiva. Ci sono dei gruppi underground che vi hanno particolarmente colpito e che consigliereste?
In generale il livello delle band è altissimo e ci sono moltissime band valide nell’area lombarda; personalmente, ricordo l’energia live degli Omnikage, con cui abbiamo condiviso il palco l’estate scorsa.
Bene ragazzi, grazie per il vostro tempo. A voi la parola per i saluti di chiusura!
Ringraziamo Metal.it e i suoi lettori; se non lo avete ancora fatto, vi invitiamo ad andare ad ascoltare "Foundations" e a seguirci sui nostri canali social per scoprire le prossime date live! Ci vediamo sotto al palco! Ciao!

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Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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