Neal Morse: A Night At The Opera (Neal Morse, vocals)

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Qualche ora prima della data milanese di Neal Morse abbiamo potuto incontrare l’instancabile artista per parlare del suo ultimo progetto, l’anticipatissimo musical ”Jesus Christ The Exorcist”. Buona lettura!

Ciao Neal! Come ti senti? Come sta andando il tour?
Guarda, non vedo l’ora di tornare a casa dalla mia famiglia, ma allo stesso tempo mi sento triste perché il tour sta finendo. Mancano altri due show oltre a questo, poi abbiamo terminato.
Capisco, vogliamo quindi parlare di “Jesus Christ The Exorcist”? Come è nata l’idea di quest’album? Ti avviso che stai parlando con un grande estimatore di Andrew Lloyd Webber (autore di “Jesus Christ Superstar”, ndr)
In realtà è nato come molti dei miei concept album, ovvero con qualche suggerimento esterno. In questo caso si è trattato di Michael Caplan, un amico attivo da anni nel music business e nel mondo discografico. La prima volta che ho avuto a che fare con lui risale a “Testimony”: è da quel momento che abbiamo avuto a che fare regolarmente, e quando passa da Nashville passa sempre a trovarmi! Un giorno mi ha chiamato - era il 2008 - dicendomi che ascoltando con alcuni colleghi l’originale “Jesus Christ Superstar” cantato da Ian Gillan, gli era stato chiesto se conosceva qualcuno che poteva lavorare a un nuovo musical rock basato sui testi sacri. Michael ha risposto “ce l’ho!” e me l’ha proposto. Mi sono preso del tempo per pensarci, e circa un mese dopo ho cominciato a essere sufficientemente convinto per iniziare a metterci mano. Per la prima bozza mi ci sono voluti alcuni mesi, e durava circa due ore e mezza, era davvero lunga…
Non sono sorpreso Neal…
Già (ride, ndr)! Un altro mese mi è servito per registrare i demo con batterie elettroniche e tutto il resto, che sarebbero serviti a Michael per cominciare a proporre l’opera. In molti la apprezzavano, ma proposte concrete da produttori non ne arrivavano mai. La nostra volontà era quella di una “stage production”, ancor prima che di un disco. La cosa è rimasta poi in stand-by fino all’anno scorso, mentre io e mia moglie stavamo pensando a cosa proporre per il MorseFest 2018. Volevamo quasi prenderci una pausa - anche perché Mike (Portnoy, ndr) era impegnato con i Sons Of Apollo - ma poi ho pensato che avrei voluto presentare “Jesus Christ The Exorcist”.
Curiosa l’affinità con la biografia di Webber. Anche lui “testava” i suoi spettacoli durante i festival che organizzava a Sydmonton…
Davvero? Questa non la sapevo! Onestamente il problema principale per quell’edizione del MorseFest era l’assenza di Mike, per cui avevo bisogno di qualcosa che non lo coinvolgesse, impresa assolutamente non banale! In fondo si è trattato di una decisione quasi “naturale”, dato che proprio nella primavera del 2018 avevo deciso di rimettere mano al musical. Nello stesso periodo arrivava la telefonata di Michael in cui mi diceva di avere un accordo discografico per il musical. Era giugno, e quasi in contemporanea con il MorseFest di Settembre ho firmato il contratto definitivo con Frontiers Music.
Sono rimasto colpito il titolo dell’album: perché “The Exorcist”? Mi fa pensare a un film horror…
Era un titolo provvisorio, non ricordo precisamente come nacque - parliamo di dieci anni fa! - ma ricordo che uno dei momenti che preferivo e preferisco dell’opera è quando Gesù riesce a rimuovere i demoni dalle persone, da Maria Maddalena e dagli altri personaggi. È un momento drammatico, teatrale. Sicuramente in molti penseranno al film, ma letteralmente l’esorcista è colui che riesce a rimuovere i demoni dalle persone, e Gesù Cristo è stato a tutti gli effetti il primo. So che sarà un titolo controverso, ma sono pronto (ride, ndr)! E a ben pensarci, anche il titolo ”Jesus Christ Superstar” non mi è mai piaciuto molto…
Parliamo del cast: come hai scelto i vari cantanti del musical?
In alcuni casi la scelta è stata facile. Ted (Leonard, ndr), ad esempio, oltre ad avere una voce straordinaria è una persona fantastica con cui lavorare, e mi ha sempre detto di coinvolgerlo se avessi avuto bisogno di lui, e il rapporto è reciproco. Volevo Nick (D’Virgilio, ndr), ma non ero sicuro di volerlo come Giuda all’inizio, lo immaginavo più adatto a interpretare Pietro. Poi nella riscrittura ho capito che sarebbe stato un ottimo Giuda! Non conoscevo così bene la voce di Jake Livgren, ma quando è arrivato alle prove del MorseFest e ha eseguito anche le parti dei cantanti mancanti - anche quelle di Maria! - ho capito che avrebbe potuto cantare qualsiasi cosa, per cui gli ho affidato Pietro e Caifa, la cui performance è estremamente rock. Ma forse la vera sorpresa è stata Talon David, davvero incredibile. Ora ha 21 anni, andava a scuola con i miei figli ed è così che l’ho conosciuta. A maggio/giugno 2018 ero ancora senza una Maria Maddalena, e iniziavo a preoccuparmi. A luglio/agosto la situazione era ancora la stessa, ed ero nel panico. Pensavo “Dio, mi fido di te, ma comincio ad essere nervoso!” (ride, ndr). È stata mia moglie a suggerire Talon, le piaceva l’idea di proporre una figura “locale” che potesse attrarre persone vicine. Le ho quindi mandato i demo su cui lavorare e mi ha restituito dei video dove registrava in camera sua che mi hanno lasciato senza parole, così come lei ha lasciato senza parole il pubblico del MorseFest. E cosa dire di Matt Smith dei Theocracy? Il suo Giovanni Battista è fantastico. Ma sono stati tutti fantastici alla fine…
Quanto è stato influenzato il tuo lavoro da “Jesus Christ Superstar”?
Faccio fatica a rispondere. Tutto quello che ascolto mi influenza e viene fuori nelle mie composizioni in modi diversi. “Jesus Christ Superstar” è senza dubbio uno degli album che ho consumato maggiormente, l’ho ascoltato senza interruzioni per almeno 3 mesi quando ero piccolo. Una cosa simile mi è successa con “Tommy” dei The Who. Tornando a “Jesus Christ Superstar”, conosco ogni singola nota di quell’album, me ne sono innamorato a 12 anni, ed è chiaro che mi ha influenzato. Ho cercato di evitare riferimenti ad alcune liriche di Webber - o almeno di interpretarle diversamente, come “Jesus Must Die” - mentre alcune citazioni sono quasi impercettibili: c’è un riferimento a “Strange Thing Mystifying” in un brano dell’opera, ma secondo me non lo noterà nessuno!
Vedremo mai “Jesus Christ The Exorcist” on stage?
Spero di sì. In questo momento sto cercando di capire se si può proporre durante il Cruise To The Edge, ma ancora non c’è niente di definitivo. Molto dipende da come verrà accolto il disco. Nella mia mente immagino un cast ridotto, in cui i cantanti interpretano più ruoli, e una settimana di rappresentazioni in un teatro di alcune grandi città (ad esempio Amsterdam, Londra o Milano). Personalmente non lo vedo come uno spettacolo da rappresentare ogni sera in un posto diverso come un concerto tradizionale. Ma ripeto, aspettiamo di vedere le reazioni all’album…
Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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