EUROPE: Joey Tempest (cantante)

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A volte ritornano. È davvero il caso di dirlo visto che gli EUROPE ci avevano lasciato orfani dopo l’uscita di “Prisoners In Paradise” nel 1991. Oggi, accorciate e lisciate le chiome che li avevano resi celebri, sono pronti a conquistare fans vecchi e nuovi con un nuovo album “Start From The Dark”. Abbiamo raggiunto JOEY TEMPEST , storica ugola del gruppo, in una calda giornata milanese: ecco cosa ci ha raccontato.

Come siete arrivati a riunirvi dopo tutti questi anni e come avete capito che il momento giusto per farlo era arrivato?
Durante gli anni ’90 abbiamo continuato a sentirci e a mandarci i rispettivi album da solisti e spesso abbiamo pensato che avremmo potuto fare qualcosa insieme. Ian e Mic sono venuti a trovarmi qualche volta mentre registravo i miei album, io sono andato a un concerto di John Norum in California dopo l’uscita del suo album… Ogni volta era come se sapessimo che prima o poi ci saremmo riuniti. Penso che il momento in cui abbiamo davvero realizzato che l’avremmo fatto sia stato durante le prove del concerto che abbiamo tenuto tutti insieme per il Millennium. Avevamo ancora alcune cose da finire prima, John stava suonando con i Dokken e io stavo ultimando di registrare il mio ultimo album solista; poi nel 2003 ci siamo riuniti e abbiamo detto a noi stessi: “Ok, è arrivato il momento giusto, cominciamo un nuovo capitolo della nostra storia!”.

Il vostro nuovo album “Start From The Dark” è molto più hard rispetto ai vostri lavori precedenti: per quale motivo avete scelto questo tipo di direzione?
È vero, credo che si avvicini molto allo stile di “Wings Of Tomorrow”, ma tutto è nato in modo molto spontaneo. John ed io abbiamo iniziato a lavorare a Londra su alcuni riff che lui aveva scritto, lui suonava e io scrivevo i testi attorno alla sua musica e così sono nate “Got To Have Faith” e “Start From The Dark”. Ecco perché le chitarre su quest’album sono così forti, potenti, John ha avuto una grande influenza nel processo compositivo. Poi io scritto altri testi e altri riff di chitarra, come ad esempio “Flames” “America” e “Spirit Of The Underdog” e “Hero”. È stato grandioso ricominciare a scrivere per gli Europe dopo tanto tempo! Credo che la spontaneità della nostra musica dipenda dal fatto che siamo molto uniti, siamo cresciuti insieme da quando eravamo dei ragazzini, andavamo insieme ai concerti e alle feste, bevevamo insieme, ci divertivamo…

Anche gli altri membri, Ian Mic e John, hanno partecipato alla stesura dei brani?
Sì, loro sono stati importantissimi durante la stesura dei pezzi. Ian è stato coinvolto anche nelle registrazioni del drumming dei demo, li abbiamo registrati insieme in Svezia e io li ho portati con me a Londra per lavorarci sopra con John nel mio studio di registrazione. Io e Mic abbiamo scritto “Reason” insieme… Mic, John Leven, Ian ed io abbiamo suonato moltissimo insieme per provare le canzoni dell’album e loro hanno avuto molte idee interessanti per i brani. La maggior parte dei brani è stata scritta da John e me insieme e 4-5 brani sono stati scritti da me ma tutti i membri hanno comunque contribuito.

Non credi che un approccio più Heavy possa in qualche modo deludere i vecchi fans degli Europe?
Non so, non abbiamo mai pensato ad una eventualità del genere… Ci interessa scrivere quello che viene dal nostro cuore, non abbiamo mai avuto paura che i fans potessero esserne delusi. Forse chi non è abituato ai suoni più forti potrà apprezzare “Hero” o comunque potrà trovare nell’album dei brani più adatti al proprio gusto… Tutto quello che posso dire è che speriamo che i nostri fans apprezzino la nostra musica. Certo, molta gente forse si sorprenderà di quanto heavy sia quest’album ma probabilmente questo farà sì che lo ascoltino molte volte, e questo non potrebbe che essere positivo!

Come mai avete scelto “Got To Have Faith” come primo singolo?
Probabilmente alcuni paesi sceglieranno “Hero” come primo singolo, noi abbiamo scelto “Got To Have Faith”, che sarà accompagnato da un video che abbiamo girato nella nostra sala prove, perché il titolo suona come una affermazione, era un messaggio che volevamo comunicare ai nostri fans, suscitare in qualche modo una loro reazione. Forse in molti diranno:” Ma questo è heavy! Dove sono finite le tastiere?”. Questo farà discutere molte persone e credo che sia positivo.

Ognuno di voi ha portato avanti diversi progetti da solista durante questi anni: tu hai pubblicato 3 album, Norum ha inciso con i Dokken e come solista, Mic John e Ian hanno lavorato con Brazen Abbot e Last Autumn’s Dream… Credi che queste esperienze abbiano influenzato il sound che gli Europe hanno oggi?
Penso che ognuno di noi sia cresciuto e migliorato molto in questi anni e non c’è dubbio che ogni membro abbia contribuito con l’esperienza accumulata in questi anni a “Start From The Dark”. Tutto questo ci ha permesso di registrare l’album in un periodo molto breve: ci abbiamo messo sei mesi a scrivere le canzoni dell’album e l’abbiamo registrato in quaranta giorni. Abbiamo lavorato giorno e notte, ognuno di noi era in gran forma e lo spirito era molto alto. Abbiamo voluto catturare il momento, esprimere come ci sentiamo ora senza guardare al passato o ipotecare il futuro…

Qual è il significato dietro il titolo “Start From The Dark”?
In realtà ci sono molti significati… Ma quello più ovvio è che con quest’album volevamo partire da zero, come se questo fosse il nostro primo disco. Non volevamo portarci dietro quello che abbiamo fatto nel passato: soltanto l’esperienza accumulata o quello che ci ha da sempre influenzato, come la musica dei Thin Lizzy. Immagina di fare un disco tuo adesso, inizieresti da zero! Penseresti: “Devo farcela!”. E questo è esattamente quello che abbiamo fatto noi. Non volevamo riproporre quello che abbiamo fatto negli anni ’80 e non volevamo guardare troppo al futuro, ci siamo solo chiesti cosa volessimo fare adesso. I quaranta giorni in cui abbiamo registrato l’album erano il nostro momento presente, tra un anno o nel futuro avremo altri quaranta giorni in cui decideremo cosa vorremo fare in quel momento…

Di che cosa parlano i testi?
John Norum pensa che siano i testi migliori che abbiamo mai scritto! Penso di aver imparato molto dai miei album da solista, adesso riesco ad essere più aperto e onesto quando scrivo. I testi parlano del feeling che c’è tra i membri della band e della comunicazione con i nostri fans. In “Start From The Dark” io canto: “Qui è dove andiamo per scoprire che siamo veramente, qui è dove troviamo la forza” ed è proprio questo che succede quando siamo davanti ai nostri fans. Abbiamo suonato questo pezzo durante il nostro tour estivo e la reazione del pubblico è stata grandiosa. “Hero” parla del mio incontro con Phil Lynott dei Thin Lizzy. Ero molto giovane l’ho incontrato in un club durante un concerto segreto, ero nervosissimo, volevo parlargli, fargli delle domande e non riuscivo a smettere di tremare! Lui è stato fantastico, è stato cinque minuti con me e mi ha parlato delle sue influenze, del suo modo di vedere le cose… Questo ha cambiato tutto il mio mondo e mi ha insegnato che anche una grande rock star può essere una persona fantastica che non si dà delle arie e non è arrogante. Quindi “Hero” è dedicata a lui. “Flames” è una delle mie preferite ed il testo parla di come una rock band desideri dare il cento per cento in tutto quello che fa. “Wake Up Call” parla della comunicazione tra noi e i fans ed è stata scritta all’ultimo momento mentre ero in studio. “Reason” parla della situazione che c’è nel mondo in questo momento, i bombardamenti e tutte le cose che stanno succedendo, invece tutti meriterebbero di vivere bene e di essere felici. “Song No. 12” è stata anch’essa scritta mentre eravamo in studio e racconta della comunicazione tra noi che eravamo chiusi dentro e chi stava fuori. “Roll With You” è una canzone sull’amicizia, ispirata da un nostro amico che era davvero molto depresso. “Sucker” ha un testo divertente: quando eravamo agli inizi e vivevamo a Stoccolma c’era questa ragazza che voleva dormire solo con i chitarristi. Non le interessavano i cantanti, i bassisti o chiunque altro, solo i chitarristi! “Spirit Of The Underdog” parla della nostra band, che credo sia una vera rock band che rende il massimo sul palco. Essere una gruppo che mischia pop, rock e quant’altro comporta tutta una serie di photo-session e spettacoli in playback…John Norum odia questo genere di cose, vuole suonare dal vivo e basta! A noi piace essere semplicemente una band di hard rock, volgiamo solo star bene con noi stessi. “America” è una metafora, rappresenta tutto quello che desideriamo dalla vita mentre “Settle For Love” ruota attorno al motivo per cui non possiamo scegliere l’amore invece dell’odio.

Sapete già chi avrete come gruppo di supporto per la vostra data italiana?
No, non ancora… Adesso che mi ci fai pensare, dovrei giusto chiamare il nostro management per sentire come stanno andando le cose. Ci hanno consigliato un numero enorme di gruppi ma noi ci teniamo a scegliere personalmente che suonerà con noi, vogliamo che sia qualcuno che ci piaccia davvero e stiamo cercando di decidere in questi giorni.

Quali canzoni saranno comprese nella scaletta del concerto?
Suoneremo canzoni tratte da ognuno dei nostri album e 4-5 saranno da Start From The Dark.

Ho sentito voci che dicevano che Kee Marcello si sarebbe unito a voi in occasione del tour: è vero?
Proprio in questi giorni Kee ci ha comunicato che non potrà raggiungerci perché è troppo impegnato con la sua band, i K2, e con la sua carriera solista. Sta per uscire un suo nuovo album e sta lavorando molto come produttore quindi non avrà il tempo, purtroppo, per unirsi a noi.

Nell’89 avete registrato “Le Baron Boys”, un demo che non è mai stato pubblicato ma da cui avete estratto alcuni brani poi inseriti in “Prisoners In Paradise” e nel vostro greatest hits. Che ne è degli altri pezzi del demo, li pubblicherete in futuro?
No, non credo che lo faremo. So che quel demo circola su Internet, quindi chi vuole può trovarlo, preferiamo concentrarci sul materiale nuovo. Credo che siano dei brani interessanti ma molta gente li ha già sentiti… La situazione per quanto riguarda Internet sta diventando una faccenda seria: le case discografiche mandano le copie promozionali dei dischi ai giornalisti, altrimenti nessuno verrebbe a sapere delle nuove uscite discografiche, e purtroppo non tutti sono affidabili. Molti di loro copiano i cd, li vendono o li mettono in condivisione su Internet. Non so come si possa risolvere questa situazione, forse in futuro metteranno a punto dei sistemi nuovi, non so… In certi casi il diffondersi della musica attraverso la rete può aiutare un artista a farsi conoscere, e in alcuni casi questo non si ripercuote sulle vendite. Credo che il nostro pubblico voglia avere il cd originale, vogliono avere il booklet con le foto e i testi e poi la qualità del suono è nettamente migliore. Forse per le nuove band questo rappresenta un problema più grande ma credo che per quanto riguarda la nostra generazione la gente preferisca ancora gli originali.

Cosa c’è nel vostro futuro? Porterete avanti anche i vostri progetti solisti o vi concentrerete solo sugli Europe?
Ci concentreremo solo sugli Europe. Io riesco a fare solo una cosa per volta: o i miei album da solista o gli Europe. In questo momento credo che il mio futuro sia con la band e ho voglia di andare sempre avanti!

C’è qualcosa che cambieresti del tuo passato con gli Europe se potessi?
Vorrei aver comunicato di più con John Norum prima che lasciasse la band. Lui era stufo di tutto quegli show in playback e io invece volevo solo andare avanti. Questo mi ha insegnato a comunicare, se qualcuno ha dei problemi bisogna parlarne insieme…

Temo che il tempo a nostra disposizione sia finito… hai un messaggio per i lettori di Eutk?
Siamo davvero contenti di essere tornati! Spero che il nostro nuovo album vi piacerà e spero che ci vedremo durante il tour! Sono contento che questa intervista verrà pubblicata in italiano, ci sono troppi giornali e siti in inglese, mi piace che ogni nazione usi la sua lingua per palare di noi!
Non vediamo l’ora di suonare a Milano il quattro novembre!

Intervista a cura di Elena Mascaro

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 lug 2017 alle 00:04

Originariamente un gruppo rock progressivo, gli Europe non hanno raggiunto il successo finché non hanno ripreso il suono in un pop-metal bombastico ma melodico. Nella loro prima incarnazione, la band svedese è stata chiamata Force. La band - con i membri del core Joey Tempest (voce), John Norum (chitarra), Tony Reno (batteria) e John Leven (basso) - ha vinto un concorso nazionale di talenti nei primi anni '80, che ha portato ad un record record . Dopo aver cambiato nome in Europa e rilasciando due album in Svezia (Europe e Wings of Tomorrow), la band ha atterrato un accordo internazionale con Epic Records. Da questo momento, Reno aveva lasciato il gruppo e fu sostituito da Ian Haugland. Mickey Michaeli aveva anche unito la linea. Nel 1986, gli Europe hanno pubblicato The final countdown.Sull'album, le tastiere di Michaeli assumono un ruolo importante (forniscono il riff principale nella traccia del titolo), che ha ben completato le melodie pop più lisce della band. Il cambiamento nello stile ha avuto successo, in quanto il disco è diventato uno degli ultimi dieci hit negli Stati Uniti e U.K .; Entrambi "The Final Countdown" e "Carrie" sono diventati Top Ten singoli pure. Norum lasciò la band entro la fine dell'anno e fu sostituito da Kee Marcello. Uscito nel 1988, Out of This World ha continuato la formula del record precedente.