Se Lemmy avesse natali
mandrogne ...
Questo non significa assolutamente che i
Lucky Bastardz siano una tribute bands dei Motorhead, che comunque restano una delle loro principali fonti di ispirazione, sopratutto nell'approccio sfrontato e
cazzuto.
Questa formazione proveniente dall'alessandrino ha, infatti, assimilato e metabolizzato altre influenze, con riferimenti che sembrano andare dal Thrash Teutonico (direi un po' di Tankard e qualcosa in più degli Onkel Tom Angelripper) fino a formazioni come Tank e Warfare, per lambire anche lo Sleaze, il Punk Rock ed il Rockabilly, ovviamente nella loro incarnazione più grezza ed energica.
Quindi, al di là di un'apparente semplicità delle canzoni, si tratta di un blend musicale affrontato con esuberanza e perizia, tecnica e compositiva, anche perchè i Lucky Bastardz non sono certo gli ultimi arrivati, dato che hanno già un lavoro alle spalle, l'esordio "Hated For Who We Are", ma non bisogna nemmeno dimenticarsi che il chitarrista Paco ha militato per anni nei Secret Sphere, che Geppo è anche il frontman dei Fisheye e (in passato) dei Triora, ed infine che la sezione ritmica suonava assieme nei Miracle & Sleepers, tribute band dei Dream Theater.
Il tutto con risultati vigorosi ed allo stesso tempo mai ripetitivi, canzoni spesso e volentieri caratterizzate da refrain ammiccanti e trascinanti che
replicano alle ruvide vocals di Geppo (l'accoppiata iniziale "Fire, Beers, Rock'n'roll" e "We Won't Let You Down" oppure "Black Hole" e "Death All Day, Life All Night"), con buone variazioni sul tema, ma anche qualche sorpresa, come nel caso delle cinematografiche "Tale from the Land of Mafia" (gran del lavoro di Paco alla chitarra acustica) e "The Ballad of Kelly the Killer", brano dal passo lento, quasi ipnotico, caratterizzato da un azzeccato spoken.
E dal vivo dovrebbero rendere anche di più!!
... Time to Party!
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