Lanfear - This Harmonic Consonance

Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Pure Legend Records

Tracklist

  1. GIORNO DEL GIUDIZIO
  2. COLOURS OF CHAOS
  3. BY-PRODUCT NATION
  4. THE REVERAND
  5. IDIOPATHIC DISCREATION
  6. CAMERA SILENS
  7. I, ROBOT SAPIENS
  8. SPECTROPHOBIA
  9. WORD NOT SPOKEN
  10. DISHARMONIC CONSONANCE

Line up

  • Nuno Miguel de Barros Fernandes: vocals
  • Kai Schindelar: bass
  • Jürgen “General” Schrank: drums
  • Markus “Ulle” Ullrich: guitars
  • Richard “Richy” Seibel: keyboards

Voto medio utenti

Se, almeno per una volta, un'introduzione cattura la mia attenzione è solo perchè per il breve incipit strumentale che da il via a "This Harmonic Consonance", i Lanfear scelgono un titolo tutto italiano: "Giorno del Giudizio".

Già... i Lanfear, una formazione tedesca passata più volte da queste parti e con la quale ho spesso avuto a che fare, affrontando ben tre dei cinque album che avevano finora realizzato.
Tutti lavori onesti e dignitosi, ma che non avevano mai dato l'impressione che i Lanfear potessero avere quel quid in più.

Finora.

Infatti, "This Harmonic Consonance" cambia le cose in maniera sostanziale, dato che quegli spunti che già si erano intravisti su "The Art Effect" (direi grazie a "Stigmatized" e "Deeper"), "aNother gOlden rAge" (sopratutto con "Shades of Black") e "X to The Power of Ten" (l'accoppiata "Jugglin' at the Edge" e "Seeds of the Plague"), riescono finalmente a realizzarsi compiutamente.
Lo stesso Nuno Miguel de Barros Fernandes, cantante di origini portoghesi che aveva sostituito Tobias Althammer a partire da "X To The Power Of Ten", si rende autore di una prestazione eccezionale, che mi obbliga a rimangiarmi quelle perplessità che avevo annotato in occasione del precedenza lavoro.

Il temperamento e la versatilità di "Colours of Chaos" sono le prime avvisaglie delle vette che i Lanfear toccheranno, sia sul piano consecutivo sia in quello esecutivo, con le lodi che sono da estendere, oltre al già citato Nuno Miguel, anche a Markus "Ulle" Ullrich, che si carica sulle spalle tutti gli obblighi chitarristici.
"The Reverend" è un altro grande esempio di lavoro d'assieme, un brano a cavallo tra Kamelot ed Angel Dust; ma non si tratta certo di un caso, dato che tutte le canzoni si collocano sugli stessi livelli, che siano la lunga e variegata "Idiopathic Discreation", la bruciante "Camera Silence" (stemperata dall'impiego di una chitarra acustica), oppure quella "Spectrophobia" che echeggia vagamente i Fates Warning o anche "Word Not Spoken", un lento indubbiamente nelle corde dei Queensryche tuttavia sviluppato con una certa personalità.

Un Metal moderno... un Metal dalle tinte Progressive... un Metal energico ed incisivo... un gran bel disco.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 feb 2012 alle 15:37

album sopravvalutato in sede di recensione che considero alla stregua dei loro precedenti lavori.

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