Gli svedesi
De Arma ("I Poveri") sono un progetto nato dall'unione di
Andreas Pettersson, già con
Lönndom e
Whirling, e
Johan Marklund ai quali, in occasione dell'album del quale mi accingo a parlarvi, si unisce
Frank Allain, singer degli inglesi
Fen, che contribuisce all'esordio del gruppo pubblicato dalla Trollmusic, etichetta anch'essa all'esordio.
"Lost, Alien and Forlorn" è un album di rock malinconico che risente, da un lato, dell'influenza dei
Katatonia, soprattutto quelli del periodo
"Discouraged Ones" -
"Tonight's Decision" (dai quali viene ripreso l'uso della chitarra ritmica che, ossessiva, ripete riff semplici e diretti, e la seconda chitarra che tesse, al contempo, melodie tristi e sofferte), e, dall'altro, dell'influenza della dark wave anni '80 quando
The Cure,
U2 e
Bauhaus davano consistenza alle loro visioni notturne della musica.
Il terzetto non si limita a mescolare queste due anime, ma si spinge anche in territori estremi quando la voce distorta affianca, o sostituisce, il sognante cantato di
Allain e i ritmi si fanno più veloci e duri contrapponendosi, per questo, all'atmosfera eterea e sofferente di cui l'album è intriso in lungo ed in largo.
Il risultato di questa miscela?
Un disco pacato, triste, emozionante ed intimo capace di suggestionare attraverso strutture sonore molto semplici e quasi
ipnotiche, e qui l'influenza della band di
Nystrom è evidentissima, che si stampano immediatamente nel cervello e ti accarrezzano dolcemente mentre la malinconia scende, lenta, sulla tua giornata.
I
De Arma non inventano niente ma la loro musica è bella.
Davvero molto bella.
Mentre fuori dalle vostre finestre la pioggia cade incessante,
"Lost, Alien and Forlorn", vi cullerà, vi porterà lontano in una terra fatta di pura e semplice emozione dalla quale non vorrete tornare indietro e nella quale vi perderete all'ascolto delle melodie lineari e profondissime di questo album.
Un album da non mettere su ad una festa, certo.
Ma un album da gustare e da custodire gelosamente nello scrigno dei segreti più preziosi e da ascoltare ogni volta che si ha bisogno di ascoltare la voce della propria anima.
I
De Arma incidono, dunque, un disco dal grande valore e dallo squisito retrogusto amaro, un disco che, spero, non passerà inosservato.
Torno a guardare la pioggia che bagna i vetri.