Classico disco “vorrei ma non posso” quello degli olandesi Judgement Day, gruppo presente nella scena death metal europea fin dai primi anni ’90 ma incapace di compiere un qualcosa di veramente apprezzabile e di farsi notare al medio pubblico. Certo, pubblicare il secondo disco a distanza di ben nove anni dal primo non aiuta, ma ascoltando a fondo “40 Minutes To Impact” si capisce perché, senza cattiveria, la band di Wim Van Burken non sia andato da nessuna parte. Presumibilmente quello che continuerà a fare d’ora in avanti.
Un death metal diretto e senza fronzoli ma davvero scarno, banale e senza idee, che lascia il tempo che trova, non inculcando nella mente dell’ascoltatore un singolo riff o una idea che sia una.
A metà tra i loro illustri colleghi connazionali di inizio anni ’90 (Gorefest su tutti) ed a volte cloni spudorati dei Morbid Angel era “Covenant” (ascoltare l’inizio di “Damnation for All” e “A Room with a View” – Atheist??? - per credere), i Judgement Day non passano l’esame della maturità e ciò è doppiamente grave se consideriamo che la band ha avuto quasi 10 anni per rimediare agli errori del debut “Circumcision of the Martyr”.
Da segnalare tuttavia l’ottima idea dei 40 minuti all’impatto (ovvero la durata del cd) con brani come “20 Min to Impact” e “11 Min to Impact” che segnano il passare dei minuti e ci avvicinano alla “March of the Apocalypse”, forse l’episodio più bello dell’intero cd.
Infine, se poi aggiungiamo il fatto che la produzione è davvero superata, datata e decisamente anni ’80 (non nell’accezione positiva che possiamo dare a questa frase), beh allora direi che è tutto.
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