Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:45 min.
Etichetta:Sony Columbia

Tracklist

  1. DOOMED
  2. HAPPY SONG
  3. THRONE
  4. TRUE FRIENDS
  5. FOLLOW YOU
  6. WHAT YOU NEED
  7. AVALANCHE
  8. RUN
  9. DROWN
  10. BLASPHEMY
  11. OH NO

Line up

  • Matt Kean: bass
  • Lee Malia: lead guitar
  • Matt Nicholls: drums
  • Oliver Sykes: vocals
  • Jordan Fish: keyboards

Voto medio utenti

Gandy ha scritto precedentemente:

Resta incomprensibile alle mie orecchie come faccia sta gente ad avere 3 milioni e mezzo di fans su Facebook, quando band ben più meritevoli fanno fatica a vendere 10mila copie
Sarà felice il nostro Gandy, al secolo Andrea Perlini - che aveva curato la recensione dell'inascoltabile "Sempiternal", uscito nel 2013 - di sapere che in questi due anni il seguito della band inglese su Facebook è aumentato di oltre due milioni di unità... :D

Ma non è solo questo l'aspetto del cambiamento che ha coinvolto i Bring Me the Horizon, che anzi negli ultimi 24 mesi hanno praticamente vissuto un vortice di emozioni, a volte anche assai negative: si passa da argomenti prettamente musicali, come il siluramento del chitarrista storico Jona Weinhofen (a dire il vero subentrato appena dopo la pubblicazione degli unici dischi validi incisi da questi ragazzi baciati dalla fortuna), al cambio radicale di etichetta, dalla pur potente Epitaph al colosso mondiale Sony Columbia, ai desideri di suicidio del vocalist Oliver Sykes, sempre più infognato con la ketamina, più altre stravaganze come quelle di registrare il disco all'isola di Santorini in Grecia.... - si saranno divertiti poco? - oppure il non avvalersi di un produttore per risparmiare soldi da reinvestire poi nell'assunzione di un personal fitness trainer lungo la durata delle registrazioni...

A questo punto ci starebbe bene un "MAH!" grande come una casa, ma la curiosità di ascoltare dei Bring Me the Horizon passati ad una major era grande, immaginandomi un estremo ammorbidimento del sound e l'introduzione esagerata di elementi commerciali che potessero ripagare e soddisfare le pretese della Sony.

E così, puntualmente, è stato.
Della band di "Suicide Season" praticamente non è rimasto nulla, tanto che mettendo i due dischi a confronto sembra di ascoltare non solo due band diverse ma due band agli antipodi: il growl è pressochè scomparso, sostituito da una vaghissima raucedine alla 30 Seconds to Mars, mentre le clean vocals hanno preso il totale predominio della scena, le chitarre non sono di alcun impatto, quel metalcore di una certa rabbia dei primi dischi si è completamente dissolto.

La cura Sony indubbiamente funzionerà a dovere: abolizione del growl, nessun riffs downtuned super distorto, elettronica a go-go, coretti di bambini (questi sì evitabilissimi...) disseminati qua e là per tutta la durata del disco, atmosfere rarefatte, citazioni continue a Linkin Park, Radiohead e Muse, tutto questo a pieno supporto di "That's the Spirit", un disco commerciale che è dir poco e che lancerà la band a 15 milioni di fans su facebook, altrochè: d'altronde, da una band che ha preso il nome da una battuta contenuta nel film "Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna" cos'altro aspettarsi?

Eppure, qui lo dico e qui lo nego, meglio un disco palesemente fatto per conquistare le masse e vendere tutto il vendibile che i due album precedenti, violenti a metà, fatti male, con una pessima ispirazione ed una sbiaditissima furia dei tempi passati in Visible Noise.

Come detto, dal punto di vista commerciale questo disco è da 9 pieno, dal punto di vista artistico....beh, non è un The Dark Side of the Moon ma qualcosa di decente c'è, vedi la opener "Doomed" (questa davvero spiazzerà il fan delle prime ore della band) e le conclusive "Run" e "Blasphemy" che davvero ci consegnano dei BMTH quasi ipnotici e suadenti, prima dell'ovvio ritornello linkinparkiano che però, vabbè, ci sta. Ci sono anche delle zozzate senza ritegno, come quelle coi coretti dei bambini weare weareeee the youth of the natiooooons di PODiana memoria ed altri brani assolutamente privi di qualsivoglia velleità artistica, tipo "True Friends" o "Throne", che paiono composte da un gruppetto pop punk di 16enni californiani: semplicemente immonde, così come il vocoder di ottantiana memoria.

Che dire? Alla fine ritengo che il fine ultimo di un disco di una band come i Bring Me the Horizon sia quello di divertire ed intrattenere l'ascoltatore a cui si rivolge, e questo "That's the Spirit" riesce a cogliere nel segno a sufficienza: meglio una "porcata" commerciale fatta bene di un disco finto ribelle e pesante senz'anima, come erano gli ultimi.

Ci si rilegge al conseguimento dei 15 milioni di fans su Fb.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 set 2015 alle 15:11

eh io? dillo ai Bring Me the Horizon :D

Inserito il 17 set 2015 alle 12:56

Cioè capo, cioè, fiiii... in trenta righe hai citato tutto ciò che aborro (Copyright:Mughini Giampiero 19xx) nella musica....

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.