Sarò lapidario, ma la realtà è che gli americani
SURVIVE (per la precisione
S U R V I V E) suonano come una moderna versione dei Kraftwerk: stessa formazione a quattro, stessi suoni caldi e analogici, stessa attitudine robotica, mainstream e al contempo elegante.
Qualche “twist” cinematografico c’è, è vero (penso a
“Sorceror”, che rimanda al Vangelis degli Anni Ottanta, o a
“Low Fog”, dalle tinte ambient) ma in un modo o nell’altro i texani finiscono sempre tra le braccia del groove più immediato, coinvolgente, ma non per questo banale. E oggettivamente, alla fine, tutto viene piuttosto bene.
“RR7349” ha un suo perché, non cerca la dimensione innovativa “a tutti i costi” che potrebbe avere, ad esempio, un disco dei Three Trapped Tigers, si accontenta di fare “certa musica” nel miglior modo possibile. Lo dimostrano tracce come
“A.H.B.”, dal beat semplice e ipnotico di chiara ispirazione dusseldorfiana, o
“Other”, più spacey, caratterizzata dal vocoder simil-Daft Punk.
“High Rise” ha timbriche molto analoghe a quelle di
“Computer World” o
“Pocket Calculator”, così come
“Cutthroat” sembra una bonus track di
“Radioactivity”.
“Wardenclyffe” si tinge di prog e di Depeche Mode, mentre
“Copter” tributa a suo modo Jean Michel Jarre e i Tangerine Dream di fine Anni Settanta, sempre a cavallo tra suoni vintage e tentazioni più moderne.
Niente a che fare col metal (come accade sempre più spesso in casa
Relapse Records) ma, per quanto mi riguarda, un ascolto davvero molto apprezzato e consigliato.
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