I Confessor sono una di quelle formazioni cui spesso negli anni è stata attribuita l'importante, e forse a volte scomoda, etichetta di cult metal band. Questo status la band del Nord Carolina se lo è guadagnato nel corso degli anni novanta, in seguito alla pubblicazione dello storico e più che apprezzato disco di esordio intitolato Condemned. Uscito nel 1991 per la Earache, il disco in questione ha rappresentato un qualcosa di davvero unico e fondamentale, soprattutto per la particolarità di quanto musicalmente la band era stata in grado di proporre. Il Doom Metal dei Confessor è sempre stato qualcosa di più unico che raro, contraddistinto dalla spettacolare voce di Scott Jeffreys e dalla complessità di quello che musicalmente veniva proposto su quell'indimenticabile album d'esordio. Le atmosfere evocate dai Confessor e la predilezione per tempi distesi e tinte oscure hanno sempre spinto ad una classificazione nei canoni del Doom Metal, anche se questa definizione potrebbe a tratti risultare vincolate e troppo stretta per questa band. Dopo 15 anni e un paio di EP, di cui l'ultimo propiziatorio del 2004, finalmente i Confessor tornano sulle scene con un nuovo disco, Unraveled, in cui è possibile nuovamente sentire la grazia e la maestria di questa formazione di nuovo all'opera. Il sound generale non è di certo cambiato nel corso degli anni, forse leggermente appesantito e più orientato verso scenari Doom, ma sostanzialmente sempre ben riconoscibile nei classici standard che hanno fatto di questa band un culto. Come spesso accade in questi casi, è difficile dare un giudizio puramente oggettivo, difficile non fare confronti col passato o con quello che ciascuno avrebbe voluto sentire da un nuovo disco dei Confessor. La band non è certo tornata per innovare il proprio sound ma nemmeno per ripetersi in quanto già fatto nel passato; un passato decisamente presente in un sound sostanzialmente inalterato, riproposto in nuovo spolvero e con tutti gli attributi, a partire dalla bellissima voce di Jeffreys, fino al songwriting contorto e intrigante. L'ispirazione in tutto questo è presente, non certo in maniera tale da poter gridare ad un nuovo miracolo, forse schiacciata dal peso del passato, ma quello che più conta, per i fan della band, è poter avere tra le mani, dopo ben 15 anni, un nuovo disco dei Confessor.
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