Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Iron Bonehead Productions

Tracklist

  1. APOCALYPTIC BRIGADE OF FORBIDDEN
  2. MUSMAHHU, RISE!
  3. SLAUGHTER OF THE SERAPHIM
  4. BURNING WINDS OF PURGATORY
  5. REIGN OF THE ODIOUS
  6. SPECTRAL CONGREGATION OF ANGUISH
  7. THIRSTING FOR LIFE'S TERMINUS

Line up

  • Likpredikaren: Vocals
  • Swartadauþuz : Guitars, Bass, Keyboards

Voto medio utenti

Questo mese di gennaio porta in dote un disco che, a meno di un continuo susseguirsi di uscite a dir poco clamorose, finirà nei primi posti della mia personalissima classifica del 2019. Anticipato in estate dal 7” “Formulas of rotten death”, esce per la sempre attenta Iron Bonehead Production “Reign of the odious”, il debut degli svedesi Musmahhu (il nome deriva da un essere mitologico mesopotamico identificato a volte come un serpente a sette teste altre come un ibrido composto da serpente, leone e uccello), progetto che vede come protagonista assoluto il polistrumentista Swartadauþuz, personaggio a dir poco poliedrico e già all’opera in moltissime altre collaborazioni quali Bekëth Nexëhmü, Azelisassath, Balwezo Westijiz.

“Reign of the odious” è uno di quei felici lavori in grado di coniugare contemporaneamente malvagità primitiva e oscurità palpabile, un disco che trasuda aggressività in ogni singola nota, disturbante e ipnotico in egual misura.
Musicalmente naviga fra lidi death e black, in cui possiamo trovare alcune affinità con i Sulphur Aeon, Sacramentum, i Vanhelgd e i Behemoth dell’aureo periodo in cui erano sotto Avantgarde, il tutto impreziosito – è il caso di dirlo – da una registrazione che trattiene questo caleidoscopio di sensazioni in ogni microsolco.

Il disco è permeato da una epicità diabolica che lo accompagna durante i suoi 42 minuti scarsi di durata, che serpeggia sinuosamente fra le sette tracce che lo compongono, certo a volte in maniera più evidente che in altre (vedi ad esempio la magnifica “Musmahhu rise!”, la strumentale “Burning winds of purgatory”, la titletrack, “Thirsting for life’s terminus”) ma che dona a “Reign of the odious” quel nonsoché di irresistibile profumo sulfureo. Si può obiettare che non siamo di fronte ad un prodotto completamente originale, in quanto percorre sentieri già battuti da altre band in passato, ma durante lo scorrere dei minuti prende forma l’idea che Swartadauþuz sia, proprio per questo motivo, un demiurgo molto abile, capace tramite le sue composizioni di evocare immagini claustrofobiche e desolanti in continua progressione, utilizzando le aperture melodiche e le intense accelerazioni solo quando serve, in maniera esclusivamente funzionale.

Vista l’ecletticità del personaggio in questione, mi auguro che Musmahhu non sia un progetto estemporaneo o autoconclusivo, le potenzialità di questa creatura sono evidenti e sarebbe un autentico delitto sonoro non poter godere nel prossimo futuro del successore di “Reign of the odious”. Perché riuscire a tirare fuori qualcosa di intrigante ed ispirato in un sottogenere come il blackened death metal non è proprio da tutti.

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