Esordio per i sassaresi
Loose Sutures ed il loro sporco ed epidermico garage-stoner-rock. Un tiro grezzo, sferzante, bruciante, che evoca lo spirito punk degli Stooges e la modernità di nomi come King Gizzard & The Wizard Lizard, Mudhoney, Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs (prossima volta che li cito Pigs x 7). Fuzz-garage viscerale ed allucinato come emerge in modo feroce da brani quali "
Ted's grin" o "
Shoot it down", dove le vocals distorte e drogate accompagnano un rock ruvido, aspro, essenziale, tutta adrenalina e fisicità.
Ma i sardi sono capaci anche di variare la proposta, puntando maggiormente sul versante groove stoner ("
Brutus","
Lie"), sull'hard sferragliante e battente ("
Moisty sins"), sul puro garage settantiano incazzato ed ipnotico nella sua essenzialità anarcoide ("
Sophomore dream"), ma anche su qualcosa vicino allo psycho-punk ("
Wish to fuck a dead-man") dall'atmosfera tossica e sinistra. Canzoni crude, immediate, rovinose e stuporose, come un trip acido andato male. Ci sono richiami agli anni '70, alla musica fatta d'impulso e di sfogo ormonale, ma anche una buona capacità di costruire ganci orecchiabili e situazioni che non siano soltanto volume e rumore elettrico.
Sicuramente si tratta di una band in grado di travolgere l'audience in sede live, per l'impatto torrido e selvaggio. Ma anche convincente per attitudine ed energia, per la spietata concretezza del sound e l'immediatezza delle canzoni.
Resta qualcosa da migliorare, ma è un debutto molto buono e soddisfacente.
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