Nel 2019 avevo scoperto e segnalato gli statunitensi
Chrome Waves come una delle migliori uscite in ambito black atmosferico, grazie al loro debutto "
A Grief Observed".
In coda al medesimo anno la band di
Jeff Wilson e
James Benson aveva pubblicato la compilation "
The Cold Light of Despair" e -sebbene il lavoro non mi avesse del tutto convinto- auspicavo (in nome dell'ottimo debutto) un vero e proprio secondo disco all'altezza del livello che avevano mostrato di saper raggiungere.
Dopo aver ascoltato "
Chrome Waves/Gridfailure" oggetto di questa recensione, purtroppo ammetto di non riuscire più ad inquadrare e comprendere (soprattutto) la direzione presa dai nostri.
Il disco non è un vero e proprio full length ma uno split in collaborazione con un artista -
Gridfailure, monicker sotto cui si cela il mastermind
David Brenner- dedito ad un genere descritto da lui stesso sulla propria pagina facebook come "
Experimental, Dark Ambient, Power Electronics, Dark Hardcore, World Music, Horror".
Ma alla "musica" di
David arriveremo in seguito (e non ci metteremo molto a parlarne): vediamo il contributo dei
Chrome Waves all'album.
Wilson e
Benson, nelle tre tracce di cui sono interpreti, hanno completamente messo da parte qualsiasi legame con il black e direi con il metal in generale (fatto salvo che per qualche sporadico urlo lacerante nell'opener "
A Fair Wind") preferendo lunghe partiture acustiche in cui fraseggi jazz, interludi avantgardiani, fughe di tastiera tratteggiano atmosfere rarefatte, eteree e sognanti.
Interessante anche l'interpretazione di quello che -personalmente- considero uno dei brani più struggenti che abbia mai ascoltato: "
The Eternal" dei
Joy Division, rivisitata con il rispetto e la delicatezza dovuta ad un pezzo così profondo.
"
Cry like a child, though these years make me older
With children my time is so wastefully spent
A burden to keep, though their inner communion
Accept like a curse an unlucky deal"
Dopo questi tre buonissimi episodi, per me il disco si interrompe perchè davvero non saprei come parlarvi dell'accozzaglia di suoni, rumori, urla, percussioni sintetiche che
Gridfailure srotola nei successivi 25 minuti.
Ascoltandolo mi sono venute in mente le poesie futuriste di Marinetti in cui le onomatopee ed i caratteri di grandezze disparate rendevano complicatissima la comprensione: insomma un bel pastrocchio.
Confesso di essere rimasto basito e di non riuscire -pur con tutti gli sforzi- a catalogare alla voce "musica" le 6 tracce di
Gridfailure e pertanto non posso che assegnare un "SENZA VOTO" all'intero lavoro.
Anche perchè -dati i tempi davvero complicati- pensare di spendere dei quattrini per tre canzoni è quasi un insulto.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?