Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. UNFORGOTTEN WOUNDS
  2. BLADES OF DELUSION
  3. BLOODLUSTED
  4. RIPPING AND TEARING
  5. SULPHURIC SCENTS
  6. THE MOURNING
  7. FUNEREAL DEPTHS
  8. TOXIC DEVOTION
  9. STYGIAN BLACK
  10. HUMAN INDIVIDUAL METAMORPHOSIS

Line up

  • Mac: vocals, bass
  • Ferl: guitars
  • Mani: drums

Voto medio utenti

Dalla Dying Victims Productions ecco arrivare un altro album destinato probabilmente a rimanere relegato nella nicchia del thrash revival, ma che ha tutte le carte in regola per fare la felicità dei thrash maniacs più incalliti. Sto parlando del nuovo lavoro dei Deathstorm, uscito il 31 Luglio scorso.

Le coordinate sono sempre le stesse: riffing serrato, voce sguaiata, sezione ritmica tellurica. Ma ovviamente generalizzare in questo modo è quanto meno banale, perché è ovvio che nell’album c’è molto di più. Il trio austriaco parte dalla lezione impartita decenni fa da Infernal Majesty, Kreator, primissimi Death, Morbid Saint, Possessed e cerca di personalizzare il proprio sound creando un amalgama che alla lunga riesce a risultare vincente. D’altra parte sarebbe preoccupante il contrario visto che sono ormai in attività dal 2010 e questo “For dread shall reign” è il loro quarto album in studio.

I pezzi sono tutti mediamente veloci, ma la band riesce a giostrare bene i cambi di tempo e di atmosfera, alternando parti più sparate a mid tempo rocciosi, inserendo anche alcuni arpeggi che danno movimento e freschezza ai brani, così come, di contro, non mancano alcune influenze più deathose (“Blades of delusion, “Human individual metamorphosis”), specie nei riff, che decisamente non guastano. Ovviamente la base di partenza è e resta l’old school thrash metal, e brani come “Unforgotten wounds” o “Funeral depths” lo dimostrano chiaramente.

Poco altro da aggiungere, i Deathstorm mantengono alta la bandiera del thrash metal in Austria e vanno ad aggiungersi al nugolo di thrash metal band che negli ultimi anni affolla la nostra scena musicale. Ma lo fanno con convinzione e tenacia, riuscendo a mettersi un gradino più in alto rispetto a tanti altri gruppi clone di cui, tra qualche mese, non si ricorderà più nessuno.


Piccolo appunto rompipalle: io capisco il punto di vista delle case discografiche che cercano in ogni modo di limitare i danni di una situazione ormai da anni completamente sfuggita di mano, per cui cercano di scoraggiare chi riceve gli mp3 dal metterli in rete (ma poi, non stiamo mica parlando dell’ultimo album dei Metallica!). Perfetto, ci può stare tutto, non sono mai stato uno di quelli che si lagna del fatto che non mandano più i CD fisici, se voglio un album me lo compro, non è quello il problema. Ma mandare mp3 di qualità pessima con l’audio altalenante che va e viene e che si apre e si chiude è veramente indegno e ti fa venire voglia di buttare tutto al cesso a metà del secondo brano. Se non vi fidate di chi fa questo lavoro per passione, evitate proprio di inviarli gli album per farli recensire…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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